LA GRANDE LITURGIA SERALE
MEDJUGORJE

Dal libro: Maria, alba del terzo millennio

Ho preso parte anch'io alla tradizionale liturgia della sera in San Giacomo. A stento sono riuscito a entrare nella chiesa bianca, perché già un'ora e mezza prima vi affluiva così tanta gente che sarebbe stata sufficiente a rallegrare molti parroci di casa nostra.

Tutti pregano. Nessuno fiata. Voglio fare una foto e una signora del posto mi riprende in croato stretto: non è il caso, mi fa perfettamente notare. Ma sono un giornalista, e per giunta riferirò bene di ciò che ho visto. Non se ne parla nemmeno, zitto e prega. Sulla panca siamo in molti, in troppi, ma ci si adatta. Del resto, la navata centrale è ormai piena zeppa di pellegrini. Qualcuno si accuccia, gli altri in piedi. Ci si adatta, mentre le lancette sull'orologio compiono uno, due, tre giri interi, e più.

Ma il tempo scorre veloce. Si incomincia con due misteri del Rosario, in croato. Ma mentre scandisco ogni Ave Maria in italiano, dietro di me una voce stentorea si leva in tedesco. Poi colgo un gruppo di francesi alla mia sinistra, mentre un sacerdote molto anziano a cui non avevo fatto caso si rivolge alla Madre in latino, la lingua della Chiesa.

I canti scandiscono le decine e la lode dal cuore raggiunge a poco a poco in crescendo la bocca e, finalmente, sgorga di petto, liberata. Sono riuscito a raccogliermi — e non sono solo —, mi sento leggero, per nulla stanco o annoiato.

La chiesa ammutolisce di colpo in un silenzio ovattato: ho capito in un momento che cosa intendeva quel prete quando mi invitava bambino al «silenzio orante». È il momento dell'apparizione. Chissà che cosa si stanno dicendo la Vergine e Vicka? E dove si troveranno Ivan, e la cara Marija. Che messaggio hai oggi per noi? Come posso piacerti, Madre? Non importa dove si trovano, che cosa dirai loro adesso; ciò che conta è che Tu sei qui con me, nella chiesa, e che poi lo sarai sempre, nella mia vita. Guarda quante persone ti ho portato nel cuore, Madre: tutti i miei amici, i miei cari parenti, il mio papà, la mia mamma. Tutti figli tuoi. Ecco, anche la persona che siede alla mia destra, e quella ragazza giapponese alla mia sinistra. Aiutaci a essere come Tu ci vuoi, aiutaci a essere santi.

Alle 19 la Messa concelebrata su un altare inondato di luce. Quaranta, sessanta, cento sacerdoti? Con il Vangelo letto in diverse lingue, a seconda dei presbiteri e dei pellegrini presenti: ti loderanno, o Dio, da ogni angolo della terra.

Poi i sette Pater Ave e Gloria, e il Credo. Quindi, nel raccoglimento più assoluto, la preghiera di intercessione per chi chiede una guarigione spirituale o del corpo: è questo il momento in cui ognuno si mette a nudo di fronte alla sua vita e alle sue cadute, in cui ognuno accarezza nel cuore una persona che ama e che soffre e che vorrebbe nella pace di Dio. Tu sai, o Madre, qual è l'intenzione particolare che accompagna questo viaggio; e molte altre ce ne sono. Mettile con me davanti a Dio, ti prego. Sia fatta la sua volontà. Ascolta ogni preghiera che si eleva a Te in questa chiesa, e in tutte le chiese e le case del mondo. Sia fatta la volontà di Dio. Segue l'ultimo mistero del Rosario.

Dall'inizio alla fine di questo tempo di preghiera sono passate le tre ore quotidiane che la Madonna ha domandato più volte ai «suoi» ragazzi. «Perché vi stupite di ciò?», avrebbe anche detto: «Se una persona vi è cara, forse che non le dedicate volentieri il vostro tempo? Quanto vi è caro mio figlio Gesù?».

ROSARIO