LA CORONA DEL ROSARIO
REGINA DELLA PACE

La preghiera è come un tesoro

La gioia della Madre

Dal libro: "Cari figli..." Meditazioni sui Messaggi di Medjugorje

Nel messaggio dato giovedì 24 gennaio 1985, la Regina della Pace così esortava i fedeli, in riferimento a satana: «Con la preghiera lo potete disarmare completamente e assicurare a voi la felicità».

La corona del Rosario fa tremare il diavolo. In un messaggio, rivolto in particolare ai sacerdoti, ne spiegò l'efficacia. Era il 25 giugno del 1985: «Cari figli, vi esorto a invitare tutti alla preghiera del Rosario. Col Rosario vincerete tutti gli ostacoli che satana in questo momento vuole procurare alla Chiesa cattolica. Voi tutti sacerdoti, recitate il Rosario, date spazio al Rosario».

Devo confidare che da quando ho deciso di recitare il Rosario per intero, cioè di venti misteri, mi sento guidato giorno e notte dalla Madonna. Per gli impegni sacerdotali ho scelto di rinunciare a qualche ora di sonno per pregare. La mattina presto medito sui primi due rosari, mentre il terzo e il quarto li recito il pomeriggio, prima di recarmi in parrocchia.

Ogni sacerdote sa bene, che una volta varcata la porta della chiesa, le persone, le celebrazioni e gli incontri di catechesi occupano tutto il tempo residuo. E se uno prega prima delle attività, ciascuna sarà affrontata e vissuta con grande entusiasmo. Inoltre di notte, la preghiera evita ogni problema di insonnia: mi capita spesso, mentre recito la compieta a conclusione della giornata, di fare fatica a tenere gli occhi aperti per terminarla.

Noi sacerdoti abbiamo un preciso mandato di pregare costantemente, per riparare tante trascuratezze nei confronti di Dio. La preghiera è la nostra principale occupazione. Quando penso ad alcuni cristiani anche impegnati nelle attività parrocchiali, che durante l'estate saltano con superficialità la Messa domenicale, provo un senso di turbamento, quasi di sdegno, e comprendo le esortazioni e i dispiaceri della Madonna. Allora prego di più, chiedo perdono per loro e per le mie mancanze nell'apostolato; non faccio vincere il male dentro di me.