Il Santo Rosario

I Sacramenti

Somma Teologica III, q. 62

L'effetto principale dei sacramenti, che è la grazia

Veniamo ora a parlare degli effetti dei sacramenti. Primo, dell'effetto principale che è la grazia; secondo dell'effetto secondario che è il carattere.
Sul primo argomento si pongono sei quesiti: 1. Se i sacramenti della nuova legge possano causare la grazia; 2. Se la grazia sacramentale aggiunga qualche cosa alla grazia delle virtù e dei doni; 3. Se i sacramenti contengano la grazia; 4. Se abbiano la virtù di causare la grazia; 5. Se tale virtù derivi ai sacramenti dalla passione di Cristo; 6. Se i sacramenti dell'antica legge causassero la grazia.

ARTICOLO 1

Se i sacramenti possano causare la grazia

SEMBRA che i sacramenti non possano causare la grazia. Infatti:
1. Una stessa cosa non può essere segno e causa, perché il compito di segno si addice piuttosto all'effetto. Ma il sacramento è un segno della grazia. Dunque non può esserne la causa.

2. Nessuna cosa materiale può agire su una realtà spirituale, perché "l'agente è superiore al paziente", come nota S. Agostino. Ma soggetto della grazia è l'anima dell'uomo che è spirituale. Dunque i sacramenti non possono causare la grazia.
3. Ciò che è proprio di Dio non si può attribuire a nessuna creatura. Ma causare la grazia è proprio di Dio, secondo l'espressione dei Salmi: "Grazia e gloria le elargisce il Signore". Perciò, essendo i sacramenti costituiti di parole e di cose create, non possono causare la grazia.

IN CONTRARIO: S. Agostino afferma che l'acqua del battesimo "tocca il corpo e purifica il cuore". Ma il cuore non si purifica che mediante la grazia. Dunque il battesimo causa la grazia: e così pure, per lo stesso motivo, gli altri sacramenti della Chiesa.

RISPONDO: È necessario affermare che i sacramenti della nuova legge causano in qualche modo la grazia. Si sa infatti che mediante i sacramenti della nuova legge l'uomo viene incorporato a Cristo, come S. Paolo dice a proposito del battesimo: "Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo". Ora, l'uomo non diviene membro di Cristo se non per la grazia.
Tuttavia alcuni dicono che i sacramenti sono causa della grazia non nel senso che la producano; ma nel senso che Dio la infonde nell'anima prendendo occasione dai sacramenti. E fanno l'esempio di chi presentando una moneta di piombo se la vede cambiare per disposizione regia con cento libbre: nel quale caso non è la moneta presentata a valere la somma percepita, ma solamente la volontà del re. In proposito S. Bernardo scrive: "Come un canonico viene investito per mezzo di un libro, l'abate per mezzo di un pastorale, il vescovo per mezzo di un anello, così diverse distribuzioni di grazie sono state assegnate ai sacramenti".
Ma, a pensarci bene, questa spiegazione si limita a riscontrare la formalità del segno. Infatti la moneta di piombo non è che un segno dell'ordine impartito dal re per quella riscossione di danaro. Similmente il libro è un segno che indica il conferimento del canonicato. Perciò secondo la suddetta spiegazione i sacramenti della nuova legge non sarebbero niente di più che segni della grazia; mentre molti testi dei Santi Padri affermano che i sacramenti della nuova legge non significano soltanto, ma causano la grazia.
Perciò dobbiamo procedere diversamente: ricordando che la causa agente è di due specie: principale e strumentale. Quella principale opera in virtù della propria forma, imprimendo la propria somiglianza sull'effetto: il fuoco, p. es., con il suo calore riscalda. Ebbene in questo modo niente all'infuori di Dio può causare la grazia, perché essa non è altro che una somiglianza partecipata della natura divina, secondo le parole di S. Pietro: "Grandi e preziose promesse adempì in noi, così che fossimo partecipi della natura divina". - La causa strumentale al contrario non agisce in forza della sua forma, ma in forza dell'impulso con cui è mossa dall'agente principale. Quindi l'effetto non somiglia allo strumento, bensì all'agente principale: un letto, p. es., non ha una somiglianza con l'accetta, ma con l'arte che è nella mente dell'artigiano. È così che i sacramenti della nuova legge causano la grazia: vengono usati infatti per disposizione divina per produrre la grazia. Di qui le parole di S. Agostino: "Tutte queste cose", cioè i riti sacramentali, "si fanno e passano, ma la virtù" di Dio "che opera in essi rimane per sempre". E strumento si chiama appunto la cosa mediante la quale uno agisce. Il che fa dire a S. Paolo: "Ci salvò mediante il lavacro della rigenerazione".

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La causa principale propriamente non può essere segno dei suoi effetti, sebbene occulti, anche se essa è visibile e manifesta. La causa strumentale invece, se è manifesta, può anche essere segno di un suo effetto occulto, perché non è solamente causa, ma in una certa misura è anche effetto, essendo mossa dall'agente principale. Ed è così che i sacramenti della nuova legge sono allo stesso tempo cause e segni. Per questo si dice comunemente che essi "producono ciò che significano". E ciò dimostra pure che sono sacramenti in modo perfetto: perché sono ordinati a ciò che è sacro non solo come segni, ma anche come cause.
2. Lo strumento ha due funzioni: la prima strumentale, in cui agisce non per virtù propria, ma per la virtù comunicatagli dall'agente principale; l'altra propria, e gli compete per natura: incidere, p. es., compete alla scure per l'acutezza del taglio, ma fare un letto le compete in quanto strumento del mestiere. Però la scure non compie l'azione strumentale, se non esercitando l'azione propria: infatti è col tagliare che produce il letto. Così avviene nei sacramenti sensibili, i quali esercitando l'azione propria sul corpo del quale vengono a contatto, compiono sull'anima per virtù divina la loro azione strumentale: l'acqua del battesimo, p. es., mentre per virtù propria lava il corpo, in quanto è strumento della virtù divina purifica l'anima, essendo anima e corpo un unico composto. Ecco perché S. Agostino dice: "Tocca il corpo e purifica l'anima".
3. L'argomento si riferisce alla causa principale della grazia: e questo, come abbiamo detto, è proprio di Dio.

ARTICOLO 2

Se la grazia sacramentale aggiunga qualche cosa alla grazia delle virtù e dei doni

SEMBRA che la grazia sacramentale non aggiunga nulla alla grazia delle virtù e dei doni. Infatti:
1. La grazia delle virtù e dei doni basta a rendere perfetta l'anima, tanto nella sua essenza quanto nelle sue potenze, come abbiamo già spiegato nella Seconda Parte. Ma la grazia è ordinata al perfezionamento dell'anima. Perciò la grazia dei sacramenti niente può aggiungere alla grazia delle virtù e dei doni.

2. Le miserie dell'anima sono causate dai peccati. Ma tutti i peccati sono sufficientemente prevenuti dalla grazia delle virtù e dei doni, perché non c'è peccato che non abbia come antidoto una virtù. Dunque la grazia dei sacramenti, essendo ordinata a riparare le miserie dell'anima, non può essere diversa dalla grazia delle virtù e dei doni.
3. Ogni aggiunta o sottrazione fa cambiare la specie, come dice Aristotele. Se dunque la grazia dei sacramenti è qualche cosa di più della grazia delle virtù e dei doni, ne segue che tale grazia debba intendersi in senso equivoco. E allora, quando si afferma che i sacramenti producono la grazia, non si dice nulla di definito.

IN CONTRARIO: Se la grazia sacramentale non aggiunge nulla alla grazia dei doni e delle virtù, inutilmente si danno i sacramenti a coloro che hanno doni e virtù. Ma nelle opere di Dio nulla è superfluo. Dunque la grazia sacramentale aggiunge qualche cosa alla grazia delle virtù e dei doni.

RISPONDO: Come abbiamo detto nella Seconda Parte, la grazia, considerata in se stessa, perfeziona l'essenza dell'anima, in quanto le comunica una certa somiglianza con l'essere divino. E come dall'essenza dell'anima derivano le potenze, così dalla grazia derivano alle potenze dell'anima alcune perfezioni che si dicono virtù e doni, e che completano le potenze stesse in ordine ai loro atti. Ora, i sacramenti sono diretti a degli effetti speciali, necessari alla vita cristiana: così il battesimo è destinato a una specie di rigenerazione spirituale per cui l'uomo muore ai peccati e diventa membro di Cristo; il quale effetto è un atto speciale distinto da quelli delle potenze dell'anima. Lo stesso si dica degli altri sacramenti. Come dunque le virtù e i doni aggiungono alla grazia in genere un perfezionamento delle potenze in ordine ai loro atti, così la grazia sacramentale aggiunge, sia alla grazia in genere, che alle virtù e ai doni, uno specifico aiuto divino, per conseguire il fine del sacramento. In questo modo la grazia sacramentale aggiunge qualche cosa alla grazia delle virtù e dei doni.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La grazia delle virtù e dei doni basta a perfezionare l'essenza e le potenze dell'anima per quanto riguarda l'agire ordinario. Ma quanto ad alcuni effetti speciali, richiesti dalla vita cristiana, occorre la grazia dei sacramenti.
2. Virtù e doni bastano a impedire vizi e peccati per il presente e per il futuro: in quanto trattengono l'uomo dal peccare. Ma per i peccati trascorsi, il cui atto passa ma perdura il reato, viene offerto all'uomo un rimedio speciale con i sacramenti.
3. La grazia dei sacramenti sta alla grazia in genere come la specie al genere. Quindi, come non è equivoca la parola animale riferita all'animale in genere e all'uomo, così non è equivoca la parola grazia adoperata per la grazia in genere e per quella sacramentale.

ARTICOLO 3

Se i sacramenti della nuova legge contengano la grazia

SEMBRA che i sacramenti della nuova legge non contengano la grazia. Infatti:
1. Il contenuto è nel contenente. Ma la grazia non è nel sacramento né come in un soggetto, perché il soggetto della grazia è l'anima e non il corpo; né come in un vaso, perché "il vaso è un luogo mobile", osserva Aristotele, l'accidente invece non può avere un luogo a parte. Dunque i sacramenti della nuova legge non contengono la grazia.

2. I sacramenti sono ordinati a che gli uomini per mezzo di essi conseguano la grazia. Ma la grazia, essendo un accidente, non può passare da soggetto a soggetto. Quindi la grazia nei sacramenti sarebbe senza scopo.
3. Ciò che è spirituale non può essere contenuto da ciò che è materiale, anche se si trova in esso: l'anima infatti non è contenuta dal corpo, ma piuttosto contiene il corpo. Quindi la grazia, essendo spirituale, non è contenuta in un sacramento materiale.

IN CONTRARIO: Ugo di S. Vittore afferma, che "il sacramento per la sua santità contiene la grazia invisibile".

RISPONDO: Una cosa può essere in un'altra in più modi: ebbene, secondo due di essi la grazia può trovarsi nei sacramenti. Primo, può trovarsi come nei segni che la rappresentano, perché il sacramento è il segno della grazia. - Secondo, come effetto nella propria causa. Poiché, come abbiamo spiegato, il sacramento della nuova legge è causa strumentale della grazia. Perciò la grazia è nel sacramento della nuova legge non secondo una somiglianza specifica, come l'effetto è nella sua causa univoca, e neppure nella forma propria e permanente proporzionata a codesto effetto, ossia non come gli effetti contenuti nelle loro cause analogiche: cioè non come si trovano nel sole gli esseri che si producono per generazione; ma secondo una virtù strumentale, che, come spiegheremo, è un'entità reale transitoria e incompleta.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Non si dice che la grazia si trovi nel sacramento come in un soggetto e nemmeno come in un vaso, inteso nel senso di recipiente, ma inteso come strumento; cioè nel senso in cui è usato in quell'espressione di Ezechiele: "Ciascuno ha in pugno il vaso (ossia lo strumento) dell'eccidio".
2. L'accidente, sebbene non passi da un soggetto a un altro, passa tuttavia in qualche modo a un altro soggetto dalla causa principale per mezzo dello strumento: non perché si trovi in entrambi allo stesso modo, ma adattandosi al modo particolare di essere di ciascuno.

3. Una realtà spirituale che si trovi allo stato perfetto in un ente corporeo, contiene l'ente corporeo e non è contenuto da esso. Ma la grazia è nel sacramento in stato transeunte e incompleto. Perciò l'affermazione che il sacramento contiene la grazia non può dirsi sbagliata.

ARTICOLO 4

Se nei sacramenti risieda una virtù capace di causare la grazia

SEMBRA che nei sacramenti non risieda una virtù capace di produrre la grazia. Infatti:
1. La virtù di produrre la grazia è una virtù spirituale. Ma in un essere corporeo non può risiedere una virtù spirituale: né come propria, perché la virtù propria deriva dall'essenza di ciascuna cosa e non ne può superare i limiti; né come ricevuta da altri, perché ciò che si riceve prende il modo di essere del ricevente. Dunque nei sacramenti non può esserci una virtù capace di produrre la grazia.

2. Ogni cosa è riducibile a uno dei generi dell'ente e a un grado nella gerarchia dei beni. Ma tra i generi dell'ente non ne esiste uno in cui possa rientrare tale virtù, come appare chiaro a passarli tutti in rassegna. Né detta virtù può ridursi a uno dei gradi nella gerarchia dei beni: infatti non è uno dei beni minimi, essendo i sacramenti necessari alla salvezza; non è uno dei beni intermedi, quali le potenze dell'anima, che sono potenze naturali; e non è uno dei beni massimi, perché non è né la grazia né una virtù spirituale. Perciò nei sacramenti non esiste una virtù capace di produrre la grazia.
3. Se nei sacramenti esistesse una simile virtù, esisterebbe solo perché prodotta da Dio in essi per creazione. Ma non sembra possibile che una creatura così nobile cessi subito di essere appena il sacramento è prodotto. Dunque non c'è nei sacramenti nessuna virtù destinata a causare la grazia.
4. L'identica cosa non può essere in soggetti diversi. Ora, a costituire un sacramento concorrono entità diverse, cioè parole ed elementi sensibili: ma un sacramento non può avere che una sola virtù. Dunque nei sacramenti non può esserci alcuna virtù.

IN CONTRARIO: S. Agostino esclama: "Donde tanta virtù dell'acqua da toccare il corpo e purificare il cuore". E S. Beda afferma che "il Signore con il contatto della sua carne purissima conferì alle acque una forza rigeneratrice".

RISPONDO: Chi ritiene che i sacramenti concorrano alla grazia solo per concomitanza, non ammette nel sacramento alcuna virtù che cooperi all'effetto sacramentale: ammette invece una virtù divina che, presente all'atto del sacramento, ne produrrebbe l'effetto. Ma se al contrario si afferma che il sacramento è causa strumentale della grazia, allora è necessario ammettere nel sacramento una virtù strumentale per produrne l'effetto. E questa è una virtù proporzionata allo strumento. Essa cioè sta alla virtù assoluta e perfetta da cui dipende come lo strumento sta all'agente principale. Lo strumento infatti, come abbiamo detto, non opera se non in quanto è mosso dall'agente principale, il quale opera per virtù propria, cosicché la virtù dell'agente principale ha una esistenza permanente e completa; invece la virtù strumentale ha un'esistenza incompleta che passa da un soggetto a un altro, somigliando al moto il quale è un atto imperfetto che passa dall'agente al paziente.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Nelle cose materiali una virtù spirituale non può trovarsi in maniera permanente e completa, come vuole la difficoltà. Niente impedisce però che vi si trovi in modo strumentale, cioè per il fatto che una data cosa materiale viene usata da una sostanza spirituale alla produzione di un effetto spirituale: così avviene, p. es., nella voce umana sensibile, in cui c'è una virtù spirituale dovuta all'intelletto di chi parla, e capace di suscitare l'intelligenza di chi ascolta. Alla stessa maniera c'è una virtù spirituale nei sacramenti, in quanto essi sono ordinati da Dio a un effetto spirituale.
2. Come un moto, essendo un atto imperfetto, non ha propriamente un genere, ma si colloca nel genere dell'atto perfetto, l'alterazione, p. es., rientra in quello della qualità; così la virtù strumentale non appartiene, propriamente parlando, a un genere determinato, ma è riducibile al genere e alla specie della virtù perfetta.
3. Come la virtù strumentale viene ricevuta dallo strumento nell'istante stesso in cui l'agente principale lo muove, così il sacramento consegue la sua virtù spirituale dalla benedizione di Cristo e dall'uso sacramentale che ne fa il ministro. Di qui le parole di S. Agostino: "Non c'è da meravigliarsi, se diciamo che l'acqua, ossia una sostanza materiale, arrivi a purificare l'anima. Lo fa sicuramente e penetra in tutti i recessi della coscienza. Infatti, sebbene essa sia già fine e penetrante, tuttavia è resa ancora più penetrante dalla benedizione di Cristo, con il suo umore sottile invade le occulte vie della vita e i segreti dello spirito".
4. Come l'identica virtù dell'agente principale è strumentalmente in tutti gli strumenti da esso adoperati per produrre un dato effetto, in quanto essi per il loro coordinamento sono una cosa sola; così una e identica è la virtù sacramentale nelle parole e nelle cose in quanto concorrono a costituire un medesimo sacramento.

ARTICOLO 5

Se i sacramenti della nuova legge ricevano la loro virtù dalla passione di Cristo

SEMBRA che i sacramenti della nuova legge non ricevano la loro virtù dalla passione di Cristo. Infatti:
1. La virtù dei sacramenti è di causare nell'anima la grazia, che ne è la vita spirituale. Ora, stando a S. Agostino, "il Verbo, come era in principio presso Dio, vivifica le anime; ma in quanto si è fatto carne, vivifica i corpi". La passione di Cristo dunque, poiché spetta al Verbo in quanto si è fatto carne, non può causare la virtù dei sacramenti.

2. La virtù sacramentale dipende dalla fede, poiché, come dice S. Agostino, la parola di Dio fa il sacramento, "non in quanto pronunziata, ma in quanto creduta". Ora, la nostra fede non riguarda soltanto la passione di Cristo, ma anche gli altri misteri della sua umanità e principalmente la sua divinità. Perciò i sacramenti non ricevono la loro virtù in modo speciale dalla passione di Cristo.
3. I sacramenti sono ordinati alla giustificazione degli uomini, secondo la frase di S. Paolo: "Siete stati lavati e siete stati giustificati". Ma la giustificazione dallo stesso Apostolo è attribuita alla resurrezione: "Fu risuscitato per la nostra giustificazione". Quindi i sacramenti ricevono la loro virtù più dalla resurrezione che dalla passione di Cristo.

IN CONTRARIO: Commentando il testo di S. Paolo, "a somiglianza della trasgressione di Adamo", la Glossa afferma che "dal fianco di Cristo morto sulla croce sgorgarono i sacramenti, dai quali la Chiesa ha ricevuto la salvezza". Dunque i sacramenti devono la loro virtù alla passione di Cristo.

RISPONDO: I sacramenti, come abbiamo già spiegato, concorrono a causare la grazia quali strumenti. Ebbene, lo strumento può essere di due specie: o separato, come il bastone; o congiunto, come la mano. Lo strumento separato poi viene mosso per mezzo di quello congiunto, come il bastone per mezzo della mano. Ora, la principale causa efficiente della grazia è Dio stesso, rispetto al quale l'umanità di Cristo fa da strumento congiunto e il sacramento da strumento separato. Perciò la virtù salvifica deriva necessariamente dalla divinità di Cristo attraverso la sua umanità fino ai sacramenti.
Ma la grazia dei sacramenti è ordinata principalmente a due fini: a togliere le colpe dei peccati commessi, di cui passa l'atto ma rimane il reato; e a perfezionare l'anima in ciò che riguarda il culto di Dio secondo la religione cristiana. Ma da quanto abbiamo detto sopra appare evidente che Cristo ci ha liberato dai nostri peccati principalmente per mezzo della sua passione, non solo a modo di causa efficiente e meritoria, ma anche come causa soddisfattoria. Inoltre egli iniziò il culto della religione cristiana proprio con la sua passione, "offrendo se stesso come oblazione e sacrificio a Dio", secondo l'espressione di S. Paolo. È chiaro dunque che i sacramenti della Chiesa ricevono la loro virtù specialmente dalla passione di Cristo, che viene applicata a noi quando li riceviamo. In segno di ciò dal fianco di Cristo pendente in croce sgorgarono acqua e sangue, l'una elemento del battesimo e l'altro dell'Eucaristia, che sono i sacramenti principali.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il Verbo, qual era in principio presso Dio, vivifica le anime in qualità di agente principale: ma la sua carne e i misteri in essa compiuti operano per la vita stessa dell'anima in qualità di strumenti; mentre per la vita del corpo operano non solo come strumenti, ma anche con una certa funzione di esemplarità, secondo le spiegazioni, date in precedenza.
2. Come dice S. Paolo, "Cristo abita in noi per la fede". Perciò la virtù di Cristo si trasfonde in noi mediante la fede. Ma la virtù di rimettere i peccati appartiene in modo speciale alla sua passione. Dunque è per la fede nella sua passione che vengono liberati gli uomini dai peccati, conforme a quell'altra affermazione dell'Apostolo: "Dio ha prestabilito Cristo come mezzo di propiziazione per via della fede nel suo sangue". Ecco perché la virtù dei sacramenti, ordinati a togliere i peccati, deriva principalmente dalla fede nella passione di Cristo.
3. La giustificazione si attribuisce alla resurrezione come a termine finale, che consiste in una vita nuova mediante la grazia. Ma si attribuisce alla passione come a punto di partenza, che muove dalla remissione dei peccati.

ARTICOLO 6

Se i sacramenti dell'antica legge causassero la grazia

SEMBRA che i sacramenti dell'antica legge causassero la grazia. Infatti:
1. I sacramenti della nuova legge hanno efficacia dalla fede nella passione di Cristo. Ma tale fede c'era anche nella legge antica come nella nuova: dice infatti S. Paolo, che "abbiamo lo stesso spirito di fede". Come dunque i sacramenti della nuova legge conferiscono la grazia, così la conferivano anche i sacramenti dell'antica legge.

2. La santificazione non si produce che mediante la grazia. Ma i sacramenti dell'antica legge santificavano gli uomini, come attesta il Levitico: "Dopo che Mosè ebbe santificato Aronne e i suoi figli nei loro vestimenti, ecc.". Dunque i sacramenti dell'antica legge conferivano la grazia.
3. S. Beda scrive: "La circoncisione sotto la legge porgeva contro le ferite del peccato originale lo stesso aiuto salutare che porge comunemente il battesimo nel tempo della rivelazione della grazia". Ma il battesimo ora conferisce la grazia. Quindi la circoncisione conferiva la grazia. E per lo stesso motivo la conferiscono gli altri sacramenti legali; perché come il battesimo è la porta dei sacramenti della nuova legge, così la circoncisione era la porta dei sacramenti della legge antica; cosicché l'Apostolo poteva scrivere: "A chiunque è circonciso io dichiaro ch'egli è in dovere d'osservare tutta la legge".

IN CONTRARIO: Il rimprovero di S. Paolo ai Galati: "Come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi", dalla Glossa viene riferito "alla legge, che si dice debole, perché non giustifica perfettamente". La grazia invece giustifica perfettamente. Dunque i sacramenti dell'antica legge non conferivano la grazia.

RISPONDO: Non si può dire che i sacramenti dell'antica legge conferissero la grazia santificante per se stessi, cioè per virtù propria; perché allora, non sarebbe stata necessaria la passione di Cristo, poiché, come osserva S. Paolo, "se la giustizia si avesse per la legge, Cristo sarebbe morto invano".
E neppure si può dire che derivassero la virtù di conferire la grazia della giustificazione dalla passione di Cristo. Infatti, come abbiamo già visto, l'efficacia della passione di Cristo viene applicata a noi sia mediante la fede che mediante i sacramenti, però in due modi diversi: l'applicazione infatti mediante la fede si compie con un atto dell'anima; l'applicazione invece mediante i sacramenti si compie con l'uso di cose materiali. Ora, niente impedisce che una cosa futura nel tempo agisca prima di avverarsi secondo che è già spiritualmente presente nell'anima: il fine p. es., sebbene raggiungibile nel futuro, muove già l'agente in quanto è da lui conosciuto e desiderato. Quanto invece è ancora inesistente nella realtà non può agire mediante l'uso di cose esterne. La causa efficiente infatti non può essere come la causa finale posteriore all'effetto in ordine di tempo. È chiaro quindi che dalla passione di Cristo, la quale è causa dell'umana giustificazione, può ben derivare la virtù giustificativa ai sacramenti della nuova legge, ma da essa non può risalire ai sacramenti dell'antica legge.
Tuttavia anche gli antichi Padri venivano giustificati come noi dalla fede nella passione di Cristo. Di questa fede i sacramenti dell'antica legge erano come altrettante dichiarazioni o professioni, in quanto rappresentavano la passione di Cristo in se stessa e nei suoi effetti. Perciò i sacramenti dell'antica legge non avevano in sé alcuna virtù di conferire la grazia santificante; ma esprimevano soltanto la fede che operava la giustificazione.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Gli antichi Padri avevano la fede nella passione futura di Cristo, la quale poteva giustificare in quanto esisteva come atto dell'anima; noi invece abbiamo la fede nella passione di Cristo già avvenuta, ed essa può giustificare anche mediante l'uso dei sacramenti, come si è detto.
2. Quella era una santificazione figurale: consisteva infatti nel rendere idonei al culto divino secondo il culto dell'antica legge, il quale era tutto ordinato a prefigurare la passione di Cristo.
3. Sulla circoncisione ci sono state molte opinioni. Alcuni hanno detto che essa non conferiva la grazia, ma solo toglieva il peccato. - Ora ciò è impossibile, perché l'uomo non viene liberato dal peccato se non per mezzo della grazia, come dichiara S. Paolo: "Giustificati gratuitamente per la grazia di lui".
Altri perciò hanno detto che la circoncisione conferiva la grazia quanto alla rimozione della colpa, ma non quanto ai suoi effetti positivi. - Anche questo però è falso. Perché, la circoncisione dava ai bambini il diritto di giungere alla gloria, che è il supremo effetto positivo della grazia. E poi nell'ordine della causa formale gli effetti positivi vengono naturalmente prima degli effetti negativi, sebbene secondo l'ordine della causa materiale sia vero l'inverso: la forma infatti non esclude la privazione, se non informando il subietto.
Perciò altri dicono che la circoncisione conferiva la grazia anche quanto all'effetto positivo di rendere l'uomo degno della vita eterna, ma non quanto all'effetto di reprimere la spinta della concupiscenza al peccato. Un tempo questa fu anche la nostra opinione. - Ma a considerare meglio la cosa, si vede che nemmeno questo è vero; perché la grazia anche se minima è capace di resistere a qualunque concupiscenza e di meritare la vita eterna.
È meglio dire dunque che la circoncisione, come gli altri sacramenti dell'antica legge, era solo un segno esterno della fede giustificante; infatti l'Apostolo afferma che "Abramo ricevette il segno della circoncisione, quale segno della giustizia della fede". Ecco perché nella circoncisione, quale segno della futura passione di Cristo, veniva conferita la grazia, come vedremo in seguito.