Il Santo Rosario

I Sacramenti

Somma Teologica III, q. 61

La necessità dei sacramenti

Passiamo ora a considerare la necessità dei sacramenti.
Sull'argomento si pongono quattro quesiti: 1. Se i sacramenti siano necessari alla salvezza dell'uomo; 2. Se fossero necessari nello stato d'innocenza; 3. Se fossero necessari dopo il peccato originale prima di Cristo; 4. Se siano necessari dopo la venuta di Cristo.

ARTICOLO 1

Se i sacramenti siano necessari alla salvezza umana

SEMBRA che i sacramenti non siano necessari alla salvezza umana. Infatti:
1. L'Apostolo insegna: "L'esercizio del corpo è utile a poco". Ma l'uso dei sacramenti, l'abbiamo visto sopra, è un esercizio corporeo, perché essi si compiono adoperando come simboli cose sensibili e parole. Perciò i sacramenti non sono necessari all'umana salvezza.

2. S. Paolo si sentì dire: "Ti basta la mia grazia". Ma essa non basterebbe, se i sacramenti fossero necessari alla salvezza. Essi dunque non sono necessari.
3. Posta la causa sufficiente, nient'altro è necessario per l'effetto. Ma la passione di Cristo è causa sufficiente della nostra salvezza; dice infatti l'Apostolo: "Se essendo nemici siamo stati riconciliati con Dio per la morte del suo Figlio, tanto più, riconciliati, saremo salvi nella vita di lui". Non si richiedono dunque i sacramenti per la salvezza umana.

IN CONTRARIO: S. Agostino scrive: "Gli uomini non possono raggrupparsi sotto il nome di nessuna religione, vera o falsa, senza che si uniscano nella compartecipazione di riti o sacramenti visibili". Ora, è necessario alla salvezza umana che gli uomini si raccolgano sotto il nome dell'unica vera religione. Dunque i sacramenti sono necessari all'umana salvezza.

RISPONDO: I sacramenti sono necessari alla salvezza dell'uomo per tre ragioni. La prima va desunta dalla condizione dell'uomo il quale dev'essere condotto per mezzo di cose corporee e sensibili alle cose di ordine spirituale e intelligibile. Ma la provvidenza divina suol provvedere a ogni essere secondo la sua condizione. Perciò è conveniente che la divina sapienza offra all'uomo gli aiuti della salvezza sotto segni corporei e sensibili, che si chiamano sacramenti.
La seconda ragione è da desumersi dallo stato dell'uomo, che peccando si rese schiavo nei suoi affetti delle cose materiali. Ora, la medicina dev'essere applicata sulla parte malata. Dunque era conveniente che Dio con segni corporei fornisse all'uomo il rimedio spirituale; perché, se gli avesse proposto cose del tutto spirituali, non si sarebbe potuto applicare ad esse l'animo suo dedito alle cose materiali.
La terza ragione poi si deve desumere dal predominio che nell'attività umana hanno le funzioni d'ordine materiale. Perché dunque non riuscisse duro all'uomo essere completamente astratto dalle attività materiali, gli sono state proposte nei sacramenti alcune pratiche di ordine materiale alle quali applicarsi salutarmente, per evitare gli atti superstiziosi, volti al culto dei demoni, o gli atti comunque dannosi che costituiscono peccato.
In conclusione, con l'istituzione dei sacramenti l'uomo dalle cose sensibili viene formato spiritualmente in armonia con la sua natura: viene cioè mantenuto nell'umiltà, vedendosi sottomesso a cose materiali chiamate a soccorrerlo; e viene preservato dalle cattive azioni di ordine materiale con i riti salutari dei sacramenti.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Gli esercizi del corpo, in quanto corporali, non sono molto utili. Ma codesti esercizi nell'uso dei sacramenti non sono puramente corporali, bensì in un certo senso spirituali: cioè in forza del loro significato e della loro efficacia.
2. Causa efficace della salvezza umana è certo la grazia divina. Ma Dio dà la grazia agli uomini nel modo ad essi conveniente. Ecco perché gli uomini hanno bisogno dei sacramenti per conseguire la grazia.
3. La passione di Cristo è causa sufficiente dell'umana salvezza. Ma non ne segue che i sacramenti non siano necessari allo stesso scopo; perché essi operano in virtù della passione di Cristo e questa con i sacramenti viene come applicata alle singole persone, secondo la dichiarazione di S. Paolo: "Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella morte di lui".

ARTICOLO 2

Se i sacramenti fossero necessari all'uomo nello stato d'innocenza

SEMBRA che i sacramenti fossero necessari all'uomo anche prima del peccato originale. Infatti:
1. I sacramenti, abbiamo detto, sono necessari all'uomo per conseguire la grazia. Ma anche nello stato d'innocenza l'uomo aveva bisogno della grazia, come abbiamo spiegato nella Prima Parte. Quindi anche in quello stato erano necessari i sacramenti.

2. I sacramenti, abbiamo detto, sono necessari all'uomo per la condizione della sua natura. Ma uguale è la natura dell'uomo prima e dopo il peccato. Quindi anche prima del peccato l'uomo aveva bisogno dei sacramenti.
3. Il matrimonio è un sacramento, come si rileva dalle parole di S. Paolo: "Grande è questo sacramento: lo dico a riguardo del Cristo e della Chiesa". Ma il matrimonio fu istituito prima del peccato, come sappiamo dalla Genesi. Quindi i sacramenti erano necessari all'uomo anche prima del peccato.

IN CONTRARIO: La medicina è necessaria solo per i malati, secondo le parole del Signore: "Non sono quelli che stanno bene ad aver bisogno del medico". Ma i sacramenti sono delle medicine spirituali che si usano contro le ferite del peccato. Quindi non erano necessari prima di esso.

RISPONDO: Nello stato d'innocenza prima del peccato i sacramenti non erano necessari. La ragione si può desumere dalla rettitudine di quello stato, nel quale le cose superiori dominavano quelle inferiori e in nessun modo ne dipendevano; come infatti l'anima si teneva sottomessa a Dio, così le potenze inferiori e la carne stessa erano soggette all'anima. Sarebbe stato contro un tale ordine se l'anima, nel suo perfezionamento quanto a scienza e a grazia, avesse dovuto dipendere da qualche cosa di corporeo, come avviene al presente nei sacramenti. Perciò nello stato d'innocenza l'uomo non aveva bisogno dei sacramenti, non solo in quanto sono ordinati a rimedio del peccato, ma neppure in quanto essi sono ordinati al perfezionamento dell'anima.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'uomo nello stato d'innocenza aveva bisogno della grazia; ma non aveva bisogno di conseguirla con segni sensibili, bensì in maniera spirituale e invisibile.
2. Uguale è la natura dell'uomo prima e dopo il peccato, non è uguale però lo stato di essa. Poiché dopo il peccato l'anima anche nella sua parte superiore ha bisogno di ricevere qualche cosa dagli elementi corporei per il suo perfezionamento: ciò che non era necessario all'uomo nello stato precedente.
3. Il matrimonio fu istituito nello stato d'innocenza, non come sacramento, ma quale compito naturale. Tuttavia indirettamente significava qualche cosa di futuro in relazione a Cristo e alla Chiesa, al pari di tutte le altre cose che precedettero il Cristo come figura.

ARTICOLO 3

Se i sacramenti fossero necessari dopo il peccato originale prima di Cristo

SEMBRA che prima di Cristo i sacramenti non fossero necessari dopo il peccato originale. Infatti:
1. Abbiamo detto che con i sacramenti si applica alle singole persone la passione di Cristo, e così questa sta ai sacramenti come la causa all'effetto. Ma l'effetto non precede la causa. Quindi prima della venuta del Cristo non dovevano esserci sacramenti.

2. I sacramenti devono corrispondere allo stato del genere umano, osserva S. Agostino. Ma lo stato del genere umano non mutò dopo il peccato, finché Cristo non compì la redenzione. Dunque nemmeno i sacramenti dovettero mutare, così da esserne istituiti dei nuovi nella legge di Mosè diversi da quelli dello stato di natura.
3. Quanto più una cosa si accosta alla perfezione, tanto più le deve assomigliare. Ora, la perfezione della salvezza umana fu dovuta a Cristo, e a lui furono più vicini i sacramenti dell'antica legge che quelli precedenti. Perciò i sacramenti dell'antica legge avrebbero dovuto essere più somiglianti degli altri ai sacramenti di Cristo. Invece sembra che sia avvenuto il contrario, perché il sacerdozio di Cristo fu predetto "secondo l'ordine di Melchisedech e non secondo l'ordine di Aronne", come osserva S. Paolo. Dunque i sacramenti istituiti prima di Cristo non furono ordinati in modo conveniente.

IN CONTRARIO: S. Agostino scrive che "i primi sacramenti, comandati e celebrati secondo la legge, erano preannunzi del Cristo venturo". Ma per l'umana salvezza era necessario che la venuta di Cristo fosse preannunziata. Dunque era necessario che prima di Cristo fossero istituiti dei sacramenti.

RISPONDO: I sacramenti sono necessari alla salvezza umana in quanto sono segni sensibili delle cose invisibili dalle quali l'uomo viene santificato. Dopo il peccato però nessuno può essere santificato se non da Cristo, che Dio ha prestabilito come vittima di propiziazione per via della fede nel suo sangue, per far risplendere la sua giustizia, affinché sia egli riconosciuto giusto e giustificatore di chi crede in Cristo Gesù. Perciò era necessario che prima della venuta di Cristo ci fossero dei segni visibili con i quali l'uomo testimoniasse la sua fede nel Salvatore futuro. Ora, codesti segni si chiamano sacramenti. È evidente quindi che prima di Cristo era necessaria l'istituzione di qualche sacramento.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La passione di Cristo è causa finale dei sacramenti dell'antica legge, perché questi erano stati istituiti per simboleggiarla. Ora, la causa finale viene prima, non in ordine di tempo, ma solo d'intenzione. Perciò niente impediva che esistessero dei sacramenti prima della passione di Cristo.
2. Lo stato del genere umano dopo il peccato prima di Cristo si può considerare in rapporto a due cose. Prima, in rapporto alla fede. E sotto quest'aspetto lo stato del genere umano rimase sempre identico: perché gli uomini in tutto quel tempo venivano giustificati per la fede nel Cristo futuro.
Secondo, tale stato si può considerare in rapporto all'aggravarsi del peccato e a una più esplicita conoscenza del Cristo. Infatti con l'andare del tempo il peccato prese a dominare di più sugli uomini, tanto che a vivere rettamente non bastarono più all'uomo, per la ragione ottenebrata dalle colpe, i precetti della legge naturale, ma fu necessario imporgli con la legge scritta alcune norme; e con esse qualche sacramento della fede. Era pure necessario che progressivamente si facesse più esplicita la conoscenza della fede; perché, come dice S. Gregorio, "col progresso del tempo, progredì la cognizione di Dio". Di qui la necessità che nell'antica legge venissero determinati, in relazione alla fede raggiunta nel Cristo venturo, alcuni sacramenti, i quali stanno a quelli anteriori alla legge come il determinato all'indeterminato; nel senso cioè che prima della legge (mosaica) non era determinatamente prescritto all'uomo di quali sacramenti dovesse servirsi, come lo fu con la legge. E questo era necessario, sia per l'oscurarsi della legge naturale, sia per il bisogno di esprimere la fede con segni più determinati.
3. Il sacramento di Melchisedech, anteriore alla legge mosaica, somiglia di più al sacramento (eucaristico) della nuova legge per la materia; perché "egli offrì pane e vino", come narra la Scrittura, prefigurando con l'oblazione del pane e del vino il sacrificio del nuovo Testamento. Tuttavia i sacramenti della legge mosaica somigliano di più alla cosa significata dal sacramento (eucaristico), cioè alla passione di Cristo: ciò è evidente nell'agnello pasquale e in altri riti consimili. E ciò perché la continuità nel tempo di un medesimo rito sacramentale non inducesse a pensare alla continuità di un identico sacramento.

ARTICOLO 4

Se i sacramenti siano necessari dopo Cristo

SEMBRA che dopo Cristo non ci sia bisogno di sacramenti. Infatti:
1. Venendo la verità, cessa necessariamente la figura. Ma "la grazia e la verità è venuta per Gesù Cristo", dice S. Giovanni. Essendo dunque i sacramenti segni e figure della verità, non dovevano esserci sacramenti dopo la passione di Cristo.

2. I sacramenti, come abbiamo spiegato, si concretizzano in determinati elementi. Ma S. Paolo fa notare che "da fanciulli eravamo tenuti in servitù sotto gli elementi del mondo"; ora invece, "venuta la pienezza dei tempi", non siamo più fanciulli. Dunque non dobbiamo più servire Dio sotto gli elementi di questo mondo usando sacramenti materiali.
3. "In Dio non c'è mutamento né ombra di variazione", dice S. Giacomo. Ora, il fatto che nel tempo della grazia vengono offerti agli uomini per la santificazione sacramenti diversi da quelli di prima sembra implicare un mutamento nella volontà di Dio. Dunque dopo la venuta di Cristo non si dovevano istituire altri sacramenti.

IN CONTRARIO: S. Agostino scrive che i sacramenti dell'antica legge "sono stati aboliti, perché compiuti: e altri ne sono stati istituiti maggiori in efficacia, migliori in utilità, più facili nell'uso, più limitati nel numero".

RISPONDO: Come gli antichi Patriarchi si salvavano per la fede nel Cristo venturo, così noi ci salviamo per la fede nel Cristo già venuto e immolato. Ora, i sacramenti non sono che professioni di quella fede che giustifica l'uomo. Ma il futuro, il passato e il presente è necessario indicarli con simboli diversi; perché, come nota S. Agostino, "una stessa cosa in un modo va indicata quando è da farsi e in un altro quando è già fatta: le stesse parole morituro e morto hanno suono diverso". Perciò è indispensabile che nella nuova legge a significare le cose già compiute in Cristo ci siano dei sacramenti diversi da quelli dell'antica legge, che preannunziavano le stesse cose come future.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Lo stato della nuova legge, come osserva Dionigi, sta in mezzo tra lo stato dell'antica legge, le cui figure si attuano nella legge nuova, e lo stato di gloria, in cui ogni verità ci si manifesterà nuda e perfetta. Perciò allora non esisteranno più i sacramenti. Ora invece, finché conosciamo "per specchio, in enimma", come si esprime S. Paolo, è indispensabile per noi giungere alle cose spirituali per mezzo di segni sensibili. E questo è il compito preciso dei sacramenti.
2. I sacramenti dell'antica legge sono chiamati da S. Paolo "deboli e poveri elementi", perché non contenevano né causavano la grazia. Quindi chi ne faceva uso, serviva a Dio, dice l'Apostolo, sotto gli elementi del mondo, appunto perché altro non erano che elementi di questo mondo. I sacramenti nostri invece contengono e causano la grazia. Quindi il confronto non regge.
3. Come un capofamiglia non dimostra incostanza di volontà se ai suoi impartisce ordini diversi per la diversità delle stagioni, altro esigendo nell'inverno e altro nell'estate, così nessun cambiamento risulta in Dio dal fatto che egli istituì altri sacramenti dopo la venuta di Cristo e altri al tempo della legge, perché questi erano opportuni come prefigurazioni della grazia, quelli invece sono adatti per indicarla già presente.