QUAMQUAM PLURIES

LA DEVOZIONE A SAN GIUSEPPE

Sebbene più volte abbiamo ordinato che in tutto il mondo cattolico si facessero speciali preghiere, e con la maggiore insistenza si raccomandassero a Dio gli interessi della Chiesa, pure non farà meraviglia a nessuno se quest'anno stimiamo di dover nuovamente inculcare tale dovere.

La Chiesa infatti, nei momenti difficili e in modo particolare quando «il potere delle tenebre» sembra che tutto possa osare a rovina della religione cristiana, suole invocare e supplicare, con maggior fervore e costanza, Dio suo fondatore e protettore, interponendo anche l'intercessione dei santi e specialmente della Vergine Madre di Dio; dalla protezione dei quali la Chiesa aspetta il più valido appoggio ai suoi interessi. E presto o tardi si manifestano i frutti delle pie preghiere e delle speranze, da lei riposte nella bontà di Dio.

Ebbene, venerabili fratelli, voi conoscete le avversità del nostro tempo; tempo per la religione cristiana dannoso quanto altri mai. Noi vediamo che in un grandissimo numero di fedeli crolla il fondamento di tutte le virtù cristiane: la fede; si raffredda la carità; la gioventù cresce nella depravazione dei costumi e delle idee; la Chiesa di Cristo è assalita da ogni parte, con la violenza e con la frode; una guerra atroce si muove al Pontificato; con audacia ogni giorno crescente si minano le fondamenta stesse della religione. Non c'è bisogno di illustrare, perché troppo noto, a qual punto si sia giunti su questa china, negli ultimissimi tempi, e che cosa ancora di peggio ci si proponga di fare.

In una situazione così triste e difficile, poiché i rimedi umani sono inadeguati ai mali, solo alla potenza divina dobbiamo richieder il rimedio.

La devozione a Maria

Per questo motivo abbiamo stimato Nostro dovere spronare la pietà del popolo cristiano, ad implorare con maggiore ardore e perseveranza l'aiuto di Dio onnipotente. Pertanto, avvicinandosi ormai il mese di ottobre che, già altre volte, abbiamo dichiarato sacro alla Vergine del Rosario, esortiamo vivamente i fedeli a volerlo trascorrere tutto con la maggiore assiduità e col più alto spirito di devozione e di pietà.

Nella materna bontà della Vergine Noi sappiamo di trovare un sicuro rifugio; e siamo certi che la nostra speranza in lei non è vana. Se in cento altre occasioni, particolarmente gravi per il cristianesimo, ella ha fatto sentire l'efficacia del suo aiuto, perché dovremmo dubitare che non voglia ripetere le prove della sua potenza e del suo favore, quando i fedeli tutti insieme in umiltà di spirito, e con costanza la invocheranno? Dobbiamo anzi credere che il suo intervento sarà tanto più mirabile quanto più a lungo si è lasciata pregare.

La devozione a san Giuseppe

Ma Noi ci proponiamo anche un altro scopo, al cui raggiungimento voi collaborerete con Noi, venerabili fratelli, con la vostra abituale diligenza. Noi pensiamo cioè che, se il popolo cristiano si abitua a invocare con grande pietà e fiducia, insieme alla Vergine Madre di Dio, il suo castissimo sposo san Giuseppe, ciò gioverà immensamente, perché Dio si dimostri più benigno alle nostre preghiere e, per il gran numero di coloro che pregano, soccorra con maggiore larghezza e sollecitudine la sua Chiesa. Ragioni evidenti ci persuadono che ciò torna gradito e accetto anche alla Vergine.

Ci è noto che la pietà popolare non solo è propensa a questa devozione, della quale per la prima volta Noi ufficialmente vi parliamo, ma che essa si è già diffusa ed è in via di grande sviluppo; poiché abbiamo assistito specialmente in questi ultimi anni, ad una chiara affermazione e ad una larga diffusione del culto di san Giuseppe, che già nei secoli scorsi i romani pontefici s'erano studiati di incrementare e di divulgare; e questo soprattutto dopo che il nostro predecessore Pio IX, di felice memoria, proclamò, su richiesta di moltissimi vescovi, il santissimo Patriarca patrono della Chiesa universale.

Ma siccome è molto importante che la venerazione verso san Giuseppe penetri intimamente nei costumi e nelle istituzioni cattoliche, vogliamo che il popolo cristiano sia a ciò stimolato anche dalla Nostra parola e dalla Nostra autorità.

Motivi della devozione a san Giuseppe

I motivi, per cui san Giuseppe è espressamente considerato patrono della Chiesa, e per cui, a sua volta, la Chiesa dalla sua protezione e intercessione si ripromette un validissimo aiuto, sono da ricercarsi nel fatto che egli fu sposo di Maria e padre putativo di Gesù Cristo. È di qui che derivano la sua dignità, la sua grazia, la sua santità, la sua gloria. Certamente la dignità di Madre di Dio è così sublime che nulla di più eccelso si può trovare. Ma è pur vero che, siccome san Giuseppe è legato a Maria santissima dal vincolo coniugale, nessuno più di lui s'accostò a quella eccelsa dignità, che pone la Madre di Dio al di sopra di tutte le creature. Il matrimonio infatti, tra tutte le società e unioni, forma quella più intima, da cui naturalmente risulta una reciproca partecipazione dei beni tra i coniugi. Perciò, se Dio scelse Giuseppe come sposo della Vergine, con ciò lo rese non solo compagno della sua vita, testimone della sua verginità, difensore della sua onestà, ma, per ragione della stessa società coniugale, lo rese anche partecipe della sua sublime dignità.

Ma per un'altra ragione egli sovrasta la dignità di tutti gli altri: perché fu prescelto per divino consiglio a essere il custode del Figlio di Dio, ed anche — nella comune estimazione — suo padre. Da ciò derivava che il Verbo di Dio era umilmente sottomesso a Giuseppe, ubbidiva alle sue disposizioni e gli rendeva tutte quelle testimonianze di onore, che i figli necessariamente rendono al loro padre.

Spontanea conseguenza di questa duplice sua dignità erano i doveri naturalmente propri dei padri di famiglia; di modo che Giuseppe, essendo il capo di questa divina Famiglia, ne era pure il custode, l'amministratore, il difensore legittimo e naturale. E infatti, durante il corso della sua vita, egli adempì questi doveri ed incarichi. Con la tenerissima ed amorosa sollecitudine di ogni giorno, Giuseppe si adoperò a difendere la sua sposa e il Figlio di Dio; ad ambedue guadagnò col suo lavoro il cibo e tutto il necessario alla vita; salvò al Figlio la vita, minacciata dalla gelosia d'un re, trovandogli un sicuro rifugio; e nei disagi dei viaggi, nelle asprezze dell'esilio egli fu costantemente il compagno, l'aiuto, il sostegno della Vergine e di Gesù.

San Giuseppe patrono della Chiesa

Orbene questa casa divina, che Giuseppe resse con funzioni quasi paterne, conteneva in germe la Chiesa nascente. La Vergine santissima è Madre di Dio, ma è anche madre di tutti i cristiani che ha generato sul Calvario nell'infinita sofferenza del Redentore; similmente Gesù Cristo è in un certo senso il primogenito dei cristiani, che, per adozione e per redenzione, gli sono fratelli.

Sono queste le ragioni per cui il santo Patriarca sente che gli è in particolar modo affidata la moltitudine dei cristiani formanti la Chiesa: la immensa famiglia, cioè, sparsa per tutta la terra, sulla quale egli, in quanto sposo di Maria e padre di Gesù Cristo, esercita quasi un'autorità paterna. È dunque in armonia con le attribuzioni e con la dignità di san Giuseppe che egli — come una volta provvedeva a tutti i bisogni della Famiglia di Nazaret — così ora tenga sotto la sua celeste protezione e difenda la Chiesa di Cristo.

Queste considerazioni, venerabili fratelli, sono avvalorate, com'è facilmente comprensibile, dall'opinione di molti Padri della Chiesa, a cui fa eco la sacra liturgia, secondo la quale l'antico Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, adombrava la persona e le funzioni del nostro, e che la sua grandezza raffigurava quella del futuro custode della divina Famiglia.

In realtà, oltre all'identità del nome, già di per sé significativa, voi ben conoscete le altre evidenti somiglianze, che tra di loro si riscontrano. Ed in primo luogo quella per cui l'antico Giuseppe riscosse il favore e la benevolenza singolare del suo signore; e quando fu preposto all'amministrazione della casa, questa, in grazia sua, fu favorita da una fortuna e prosperità eccezionale. Altra somiglianza poi — ancora più notevole — si ebbe nel fatto che Giuseppe, per decreto del re, fu preposto a tutto il regno, con illimitato potere. Ed in quel tempo, essendosi verificata una terribile carestia di frumento, il suo intervento in favore degli egiziani e dei popoli confinanti fu talmente utile e provvidenziale che il re ordinò di salutarlo: «Salvatore del mondo».

Così nell'antico, illustre patriarca, si può vedere chiaramente prefigurata l'immagine del secondo. Come il primo rese prosperi e vantaggiosi gli interessi familiari del suo padrone e in seguito giovò immensamente a tutto il regno, si può credere che il secondo Giuseppe, prescelto a protettore del cristianesimo, voglia difendere e custodire la Chiesa, che è veramente la casa del Signore e il regno di Dio sulla terra.

San Giuseppe modello di virtù

E in verità evidenti ragioni persuadono tutti i fedeli di qualsiasi stato e condizione ad affidarsi e raccomandarsi all'efficace protezione di san Giuseppe.

I padri di famiglia trovano in Giuseppe l'ideale della vigilanza e della sollecitudine paterna; gli sposi, l'esempio perfetto dell'amore, della concordia, della fedeltà coniugale; i vergini, il modello e il protettore dell'integrità verginale. Imparino dal suo esempio i nobili a conservare la loro dignità, anche nei rovesci di fortuna; i ricchi comprendano quali beni sia necessario ricercare e raccogliere con tutte le forze.

Ma i proletari, gli artigiani e tutti coloro che vivono in una condizione più modesta, hanno — si direbbe — un particolare diritto di ricorrere a Giuseppe, sicuri di trovare in lui esempi da imitare. Egli infatti, benché di sangue reale, sposato alla più santa di tutte le donne, e padre putativo del Figlio di Dio, passa la sua vita nel lavoro, e al suo lavoro richiede il necessario al mantenimento della sua famiglia.

Non si può quindi, secondo verità, dire che lo stato dei poveri sia abbietto; anzi il lavoro dell'operaio, non solo non è privo di decoro, ma può, se accompagnato dalla virtù, divenire titolo di grande onore. Giuseppe, contento del poco che possedeva, tollerò con serenità di spirito e con magnanimità le strettezze inerenti alla sua modesta condizione di vita, imitando in ciò il suo Figlio putativo, che, sebbene Signore di tutte le cose, dopo aver assunto la forma di servo, si sottopose volontariamente all'indigenza e alla mancanza di tutto.

Riflettendo a questi esempi, i poveri e tutti quelli che vivono del lavoro delle loro mani, devono sollevare il loro animo e nutrire sentimenti di pazienza. La giustizia consente che essi possano uscire dalla miseria e migliorare le loro condizioni di vita; ma né la giustizia, né la ragione permettono il sovvertimento dell'ordine stabilito da Dio. Anzi il ricorso alla violenza e la politica della sedizione e della piazza è follia, che il più delle volte peggiora proprio quei mali, che con queste manifestazioni si vorrebbero alleviare. I poveri dunque non devono confidare nelle promesse degli uomini turbolenti, ma nella protezione e nell'esempio di san Giuseppe e nell'amore materno della Chiesa, che ogni giorno più si preoccupa della loro sorte.

Devozione a san Giuseppe nei mesi di ottobre e di marzo

Pertanto molto ripromettendoci, venerabili fratelli, dalla vostra autorità e dal vostro zelo episcopale, e nella fiducia che i buoni faranno spontaneamente anche di più di quanto è prescritto, ordiniamo che, durante l'intero mese di ottobre, dopo la recita del santo Rosario — già altre volte inculcata — si aggiunga l'orazione a san Giuseppe, allegata a questa Lettera. E ciò si osservi ogni anno, per sempre. A chiunque devotamente reciterà tale preghiera concediamo, per ogni volta, l'indulgenza di sette anni e di sette quarantene.

In qualche luogo inoltre è invalsa la lodevole e salutare consuetudine di dedicare il mese di marzo all'onore del santo Patriarca, con esercizi quotidiani di pietà. Dove non si possa facilmente stabilire questa pratica, è almeno desiderabile che, prima del giorno della sua festa, si faccia nella chiesa principale dei singoli luoghi un triduo di preghiere.

Nei luoghi poi dove il 19 marzo, dedicato a san Giuseppe, non sia computato tra le feste di precetto, tutti i fedeli santifichino, per quanto è loro possibile, detto giorno, con pratiche private di pietà, in onore del loro celeste patrono, come se fosse festa di precetto.

Frattanto, come auspicio dei celesti favori e prova della Nostra benevolenza, impartiamo affettuosamente nel Signore a voi, venerabili fratelli, al clero e al popolo a voi affidato l'apostolica benedizione.

Roma, presso San Pietro, 15 agosto 1889, anno XII del Nostro pontificato.

LEONE PP. XIII
 

Preghiera a san Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa. Per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all'immacolata Vergine Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e con il tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.

Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità, e stendi su ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché col tuo esempio e con il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen.