DOMANDE DI CATECHISMO

Dal Catechismo Maggiore di San Pio X

PARTE PRIMA

IL CREDO

Il Credo in generale

1. Quanti articoli vi sono nel Credo?

Nel Credo vi sono dodici articoli.

2. Recitateli.

1º Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra.

2º E in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore.

3º Il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine.

4º Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto.

5º Discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte.

6º Salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente.

7º Di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

8º Credo nello Spirito Santo.

9º La santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi.

10º La remissione dei peccati.

11º La risurrezione della carne.

12º La vita eterna. Amen.

Il primo articolo

Dio Padre e la creazione

3. Che cosa ci insegna il primo articolo: Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

Il primo articolo del Credo ci insegna che vi è un Dio solo, che è onnipotente, e ha creato il cielo, la terra e tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, cioè l'universo mondo.

4. Perché si dice che Dio è Padre?

Si dice che Dio è Padre, 1º perché è Padre per natura della seconda Persona della Santissima Trinità, cioè del Figlio da lui generato: 2º perché Dio è Padre di tutti gli uomini, che Egli ha creato, conserva e governa: 3º perché finalmente è Padre per grazia di tutti i buoni cristiani, i quali perciò si chiamano figli di Dio adottivi.

5. Perché il Padre è la prima Persona della Santissima Trinità?

Il Padre è la prima Persona della Santissima Trinità, perché non procede da altra Persona, ma è il principio delle altre due Persone, cioè del Figlio e dello Spirito Santo.

6. Che cosa vuol dire la parola onnipotente?

La parola onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole.

7. Che cosa vuol dire: creatore del cielo e della terra?

Creare vuol dire fare dal niente; perciò Dio si dice creatore del cielo e della terra perché ha fatto dal niente il cielo e la terra e tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, cioè l'universo mondo.

8. Il mondo è stato creato solamente dal Padre?

Il mondo è stato creato ugualmente da tutte e tre le Persone divine, perché tutto ciò che fa una Persona riguardo alle creature, lo fanno con uno stesso atto anche le altre.

9. Perché la creazione si attribuisce particolarmente al Padre?

La creazione si attribuisce particolarmente al Padre, perché la creazione è effetto della divina onnipotenza, la quale si attribuisce specialmente al Padre, come si attribuisce la sapienza al Figlio, e la bontà allo Spirito Santo, benché tutte e tre le Persone abbiano la stessa onnipotenza, sapienza e bontà.

10. Dio ha cura del mondo e di tutte le cose che ha creato?

Sì, Dio ha cura del mondo e di tutte le cose che ha creato, le conserva e le governa con la sua infinita bontà e sapienza, e nulla succede quaggiù senza che Dio lo voglia o lo permetta.

11. Perché dite che nulla succede senza che Dio lo voglia o lo permetta?

Si dice che nulla succede quaggiù senza che Dio lo voglia o lo permetta, perché vi sono delle cose che Dio vuole e comanda, altre poi che Egli non impedisce, come il peccato.

12. Perché Dio non impedisce il peccato?

Dio non impedisce il peccato, perché anche dall'abuso che l'uomo fa della libertà che gli ha concesso, sa cavare un bene e far sempre più risplendere la sua misericordia, o la sua giustizia.

Gli Angeli

13. Quali sono le creature più nobili che Dio ha creato?

Le creature più nobili create da Dio sono gli Angeli.

14. Chi sono gli Angeli?

Gli Angeli sono creature intelligenti e puramente spirituali.

15. Per quale fine Dio ha creato gli Angeli?

Dio ha creato gli Angeli per essere da essi onorato e servito e per renderli eternamente felici.

16. Quale forma e figura hanno gli Angeli?

Gli Angeli non hanno né forma, né alcuna figura sensibile, perché sono puri spiriti, creati da Dio per sussistere senza dover essere uniti ad alcun corpo.

17. Perché dunque gli Angeli si rappresentano sotto forme sensibili?

Gli Angeli si rappresentano sotto forme sensibili: 1º per aiuto della nostra immaginazione; 2º perché sono così apparsi molte volte agli uomini, come leggiamo nella Sacra Scrittura.

18. Gli Angeli furono tutti fedeli a Dio?

No, gli Angeli non furono tutti fedeli a Dio, ma molti di essi per superbia pretesero essere uguali a Lui e da Lui indipendenti; e per questo peccato, furono esclusi per sempre dal paradiso e condannati all'inferno.

19. Come si chiamano gli Angeli esclusi per sempre dal paradiso e condannati all'inferno?

Gli Angeli esclusi per sempre dal paradiso e condannati all'inferno si chiamano demoni, e il loro capo si chiama Lucifero o Satana.

20. I demoni possono farci alcun male?

Sì, i demoni possono farci molto male sia nell'anima che nel corpo, se però Dio ne dà loro il permesso, massime col tentarci a peccare.

21. Perché ci tentano?

I demoni ci tentano per l'invidia che ci portano, la quale fa loro desiderare la nostra eterna dannazione, e per odio a Dio, la cui immagine risplende in noi. Dio poi permette le tentazioni, affinché noi, vincendole con la sua grazia, esercitiamo le virtù e acquistiamo meriti per il paradiso.

22. Come possiamo vincere le tentazioni?

Le tentazioni si vincono con la vigilanza, con la preghiera, e con la mortificazione cristiana.

23. Gli Angeli rimasti fedeli a Dio come si chiamano?

Gli Angeli rimasti fedeli a Dio si chiamano Angeli buoni, Spiriti celesti, o semplicemente Angeli.

24. Che cosa avvenne degli Angeli rimasti fedeli a Dio?

Gli Angeli rimasti fedeli a Dio furono confermati in grazia, godono per sempre la vista di Dio, lo amano, lo benedicono, e lo lodano eternamente.

25. Dio si serve degli Angeli come suoi ministri?

Sì, Dio si serve degli Angeli come suoi ministri, e specialmente affida a molti di essi l'ufficio di nostri custodi e protettori.

26. Dobbiamo avere particolare devozione verso il nostro Angelo custode?

Sì, noi dobbiamo avere particolare devozione verso il nostro Angelo custode, onorarlo, invocarne l'aiuto, seguirne le ispirazioni ed essergli riconoscenti per l'assistenza continua che ci presta.

L'uomo

27. Qual è la creatura più nobile che Dio ha posto sulla terra?

La creatura più nobile che Dio ha posto sulla terra è l'uomo.

28. Che cos'è l'uomo?

L'uomo è una creatura ragionevole composta d'anima e di corpo.

29. Che cos'è l'anima?

L'anima è la parte più nobile dell'uomo, perché è sostanza spirituale, dotata d'intelletto e di volontà, capace di conoscere Dio e di possederlo eternamente.

30. L'anima umana muore col corpo?

L'anima umana non muore mai: la fede e la stessa ragione provano che essa è immortale.

31. Perché si dice che l'uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio?

Si dice che l'uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio, perché l'anima umana è spirituale e ragionevole, libera nel suo operare, capace di conoscere e di amare Dio e di goderlo eternamente: perfezioni che rispecchiano in noi un raggio dell'infinita grandezza del Signore.

32. In quale stato pose Dio i nostri primi progenitori Adamo ed Eva?

Dio pose Adamo ed Eva nello stato di innocenza e di grazia; ma presto ne decaddero per il peccato.

33. Oltre l'innocenza e la grazia santificante conferì Dio altri doni ai nostri progenitori?

Oltre l'innocenza e la grazia santificante Dio conferì altri doni ai nostri progenitori, che essi dovevano trasmettere insieme con la grazia santificante ai loro discendenti ed erano: l'integrità, cioè la perfetta soggezione del senso alla ragione; l'immortalità; l'immunità da ogni dolore e miseria; e la scienza proporzionata al loro stato.

34. Quale fu il peccato di Adamo?

Il peccato di Adamo fu un peccato di superbia e di grave disobbedienza.

35. Quale fu il castigo del peccato di Adamo ed Eva?

Adamo ed Eva perdettero la grazia di Dio e il diritto che avevano al cielo, furono cacciati dal paradiso terrestre, sottoposti a molte miserie nell'anima e nel corpo, e condannati a morire.

36. Se Adamo ed Eva non avessero peccato, sarebbero stati esenti dalla morte?

Se Adamo ed Eva non avessero peccato, ma si fossero mantenuti fedeli a Dio, dopo una dimora felice e tranquilla su questa terra, senza morire sarebbero stati trasferiti da Dio nel cielo a godere una vita eterna e gloriosa.

37. Questo peccato è proprio solamente di Adamo?

Questo peccato non è solo di Adamo, ma è anche nostro, sebbene diversamente. È proprio di Adamo, perché questi lo commise con un atto di sua volontà e perciò in lui fu personale. È proprio nostro, perché, avendo Adamo peccato come capo e fonte di tutto il genere umano, viene trasfuso per naturale generazione in tutti i suoi discendenti, e perciò per noi è peccato originale.

38. Quali danni ci ha cagionato il peccato originale?

I danni del peccato originale sono: la privazione della grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, tutte le miserie di questa vita, e infine la morte.

39. Tutti gli uomini contraggono il peccato originale?

Sì, tutti gli uomini contraggono il peccato originale, eccetto la santissima Vergine, che ne fu preservata da Dio per singolare privilegio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore.

40. Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero più potuto salvarsi?

Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero più potuto salvarsi, se Dio non avesse loro usato misericordia.

41. Quale fu la misericordia usata da Dio al genere umano?

La misericordia usata da Dio al genere umano fu di promettere subito ad Adamo il Redentore divino, o Messia, e di mandarlo poi a suo tempo, per liberare gli uomini dalla schiavitù del demonio, e del peccato.

42. Chi è il Messia promesso?

Il Messia promesso è Gesù Cristo.

Il secondo articolo

43. Che cosa ci insegna il secondo articolo: E in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore?

Il secondo articolo del Credo ci insegna che il Figlio di Dio è la seconda Persona della Santissima Trinità: che Egli è Dio eterno, onnipotente, Creatore e Signore, come il Padre: che Egli si è fatto uomo per salvarci: e che il Figlio di Dio fatto uomo si chiama Gesù Cristo.

44. Perché la seconda Persona si chiama Figlio?

La seconda Persona si chiama Figlio perché è generata dal Padre per via d'intelletto da tutta l'eternità; e per questo si chiama anche Verbo eterno del Padre.

45. Essendo anche noi figli di Dio, perché Gesù Cristo si chiama unico Figlio di Dio Padre?

Gesù Cristo si chiama unico Figlio di Dio Padre, perché Egli solo è per natura suo Figlio e noi siamo suoi figli per creazione e per adozione.

46. Perché il Figlio di Dio fatto uomo si chiama Gesù?

Il Figlio di Dio fatto uomo si chiama Gesù che vuol dire Salvatore, perché ci ha salvati dalla morte eterna meritata per i nostri peccati.

47. Chi ha dato il nome di Gesù al Figlio di Dio fatto uomo?

Il nome di Gesù al Figlio di Dio fatto uomo l'ha dato lo stesso eterno Padre per mezzo dell'arcangelo Gabriele, quando questi annunziò alla Vergine il mistero dell'Incarnazione.

48. Perché il Figlio di Dio fatto uomo si chiama anche Cristo?

Il Figlio di Dio fatto uomo si chiama anche Cristo, che vuol dire unto e consacrato, perché anticamente si ungevano i re, i sacerdoti e i profeti; e Gesù è re dei re, sommo sacerdote e sommo profeta.

49. Gesù Cristo fu veramente unto e consacrato con unzione corporale?

L'unzione di Gesù Cristo non fu corporale, come quella degli antichi re, sacerdoti e profeti, ma tutta spirituale e divina perché la pienezza della divinità abita in lui sostanzialmente.

Il terzo articolo

50. Che cosa ci insegna il terzo articolo: Il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine?

Il terzo articolo del Credo ci insegna che il Figlio di Dio ha preso un corpo e un'anima, come abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, e che è nato da questa Vergine.

51. Il Figlio di Dio facendosi uomo cessò di essere Dio?

No, il Figlio di Dio si fece uomo, senza cessare di essere Dio.

52. Dunque Gesù Cristo è Dio e uomo insieme?

Sì, il Figlio di Dio incarnato, cioè Gesù Cristo, è Dio e uomo insieme, perfetto Dio e perfetto uomo.

53. Vi sono dunque in Gesù Cristo due nature?

Sì, in Gesù Cristo, che è Dio e uomo, vi sono due nature: la divina e l'umana.

54. Vi sono in Gesù Cristo anche due persone, la divina e l'umana?

No, nel Figlio di Dio fatto uomo non vi è che una sola persona, cioè la divina.

55. Quante volontà vi sono in Gesù Cristo?

In Gesù Cristo vi sono due volontà: l'una divina, l'altra umana.

56. Il Figlio di Dio e il Figlio di Maria sono la medesima persona?

Il Figlio di Dio e il Figlio di Maria sono la medesima persona, cioè Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

57. Maria Vergine è Madre di Dio?

Sì, Maria Vergine è Madre di Dio, perché è Madre di Gesù Cristo, che è vero Dio.

58. In quale modo Maria divenne Madre di Gesù Cristo?

Maria divenne Madre di Gesù Cristo unicamente per opera e virtù dello Spirito Santo.

59. È di fede che Maria fu sempre Vergine?

Sì, è di fede che Maria santissima fu sempre Vergine, ed è chiamata la Vergine per eccellenza.

Il quarto articolo

60. Che cosa ci insegna il quarto articolo: Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto?

Il quarto articolo del Credo ci insegna che Gesù Cristo per redimere il mondo col suo Sangue prezioso, patì sotto Ponzio Pilato governatore della Giudea, e morì sul legno della croce, dalla quale deposto, fu seppellito.

61. Che cosa vuol dire la parola patì?

La parola patì esprime tutte le pene sofferte da Gesù Cristo nella sua passione.

62. Gesù Cristo patì come Dio o come uomo?

Gesù Cristo patì come uomo solamente, perché come Dio non poteva né patire né morire.

63. Che cosa operò Gesù Cristo sulla croce?

Gesù Cristo sulla croce pregò per i suoi nemici; diede per madre al discepolo san Giovanni e in persona di lui a noi tutti, la sua stessa madre Maria santissima: offrì la sua morte in sacrificio, e soddisfece alla giustizia di Dio per i peccati degli uomini.

64. Nella morte di Gesù Cristo si separò la divinità dal corpo e dall'anima?

Nella morte di Gesù Cristo la divinità non si separò né dal corpo né dall'anima, ma solamente si separò l'anima dal corpo.

65. Per chi è morto Gesù Cristo?

Gesù Cristo è morto per la salvezza di tutti gli uomini e ha soddisfatto per tutti.

66. Se Gesù Cristo è morto per la salvezza di tutti, perché non tutti si salvano?

Gesù Cristo è morto per tutti, ma non tutti si salvano, perché non tutti lo vogliono riconoscere, non tutti osservano la sua legge, non tutti si valgono dei mezzi di santificazione che ci ha lasciato.

67. Per essere salvi basta che Gesù Cristo sia morto per noi?

Per essere salvi non basta che Gesù Cristo sia morto per noi, ma è necessario che siano applicati a ciascuno di noi il frutto e i meriti della sua passione e morte, il che avviene soprattutto per mezzo dei sacramenti istituiti a questo fine dal medesimo Gesù Cristo; e siccome molti o non ricevono i sacramenti o non li ricevono bene, perciò rendono a se stessi inutile la morte di Gesù Cristo.

Il quinto articolo

68. Che cosa ci insegna il quinto articolo: Discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte?

Il quinto articolo del Credo ci insegna: che l'anima di Gesù Cristo, separata che fu dal corpo, andò al Limbo dei santi Padri, e che nel terzo giorno si unì di nuovo al suo corpo, per non separarsene mai più.

69. Perché Gesù Cristo volle differire sino al terzo giorno la propria risurrezione?

Gesù Cristo volle differire sino al terzo giorno la propria risurrezione per manifestare ad evidenza che era veramente morto.

70. La risurrezione di Gesù cristo fu simile alla risurrezione degli altri uomini risuscitati?

No, la risurrezione di Gesù Cristo non fu simile alla risurrezione degli altri uomini risuscitati, perché Gesù Cristo risuscitò per virtù propria, e gli altri furono risuscitati per virtù di Dio.

Il sesto articolo

71. Che cosa ci insegna il sesto articolo: Salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente?

Il sesto articolo del Credo ci insegna che Gesù Cristo, quaranta giorni dopo la sua risurrezione, alla presenza dei suoi discepoli, ascese da se stesso al cielo, e che essendo, come Dio, uguale al Padre nella gloria, come uomo è stato innalzato sopra tutti gli Angeli e tutti i Santi, e costituito Signore di tutte le cose.

72. Perché Gesù Cristo dopo la sua risurrezione stette quaranta giorni sulla terra prima di salire al cielo?

Gesù Cristo dopo la sua risurrezione stette quaranta giorni sulla terra, prima di salire al cielo, per provare con varie apparizioni che era veramente risorto, e per istruire sempre più e confermare gli Apostoli nelle verità della fede.

73. Perché si dice di Gesù Cristo che salì al cielo, e della Madre sua santissima che fu assunta?

Si dice di Gesù Cristo che salì al cielo, e della Madre sua santissima che fu assunta, perché Gesù Cristo, essendo Uomo-Dio, per virtù propria salì al cielo, ma la Madre che era creatura, sebbene la più degna di tutte, salì al cielo per virtù di Dio.

74. Spiegatemi le parole: siede alla destra di Dio Padre onnipotente.

La parola: siede significa il pacifico possesso, che Gesù Cristo ha della sua gloria, e le parole: alla destra di Dio Padre onnipotente esprimono che Egli ha il posto d'onore sopra tutte le creature.

Il settimo articolo

75. Che cosa ci insegna il settimo articolo: Di là verrà a giudicare i vivi e i morti?

Il settimo articolo del Credo ci insegna che alla fine del mondo Gesù Cristo pieno di gloria e maestà verrà dal cielo per giudicare tutti gli uomini, buoni e cattivi, e per dare a ciascuno il premio o la pena che avrà meritato.

76. Se ciascuno, subito dopo morte, dovrà essere giudicato da Gesù Cristo nel giudizio particolare, perché dovremo essere giudicati tutti nel giudizio universale?

Dovremo essere giudicati tutti nel giudizio universale per più ragioni: 1º per gloria di Dio; 2º per gloria di Gesù Cristo; 3º per gloria dei Santi; 4º per confusione dei cattivi; 5º finalmente affinché il corpo abbia con l'anima la sua sentenza di premio o di pena.

77. Nel giudizio universale come si manifesterà la gloria di Dio?

Nel giudizio universale si manifesterà la gloria di Dio, perché tutti conosceranno con quanta giustizia Dio governi il mondo, sebbene ora si vedano qualche volta i buoni in afflizione e i cattivi in prosperità.

78. Nel giudizio universale come si manifesterà la gloria di Gesù Cristo?

Nel giudizio universale si manifesterà la gloria di Gesù Cristo, perché essendo Egli stato dagli uomini ingiustamente condannato, comparirà allora in faccia a tutto il mondo giudice supremo di tutti.

79. Nel giudizio universale come si manifesterà la gloria dei Santi?

Nel giudizio universale si manifesterà la gloria dei Santi, perché molti di essi, che sono morti disprezzati dai cattivi, saranno glorificati in presenza di tutto il mondo.

80. Nel giudizio universale quale sarà la confusione dei cattivi?

Nel giudizio universale la confusione dei cattivi sarà grandissima, massime per quelli che oppressero i giusti e per quelli che si studiarono in vita di essere stimati per uomini di virtù e bontà, vedendo manifestati a tutto il mondo i peccati da loro commessi, anche i più segreti.

L'ottavo articolo

81. Che cosa ci insegna l'ottavo articolo: Credo nello Spirito Santo?

L'ottavo articolo del Credo ci insegna che vi è lo Spirito Santo, terza Persona della Santissima Trinità, che Egli è Dio eterno, infinito, onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose, come il Padre e il Figlio.

82. Da chi procede lo Spirito Santo?

Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio per via di volontà e di amore, come da un solo principio.

83. Se il Figlio procede dal Padre, e lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, pare che il Padre e il Figlio siano prima dello Spirito Santo: come dunque si dice che sono eterne tutte e tre le Persone?

Si dice che sono eterne tutte e tre le Persone, perché il Padre ab aeterno ha generato il Figlio; e dal Padre e dal Figlio ab aeterno procede lo Spirito Santo.

84. Perché la terza Persona della Santissima Trinità si chiama particolarmente col nome di Spirito Santo?

La terza Persona della Santissima Trinità si chiama particolarmente col nome di Spirito Santo perché Essa procede dal Padre e dal Figlio per modo di spirazione e d'amore.

85. Quale opera viene attribuita specialmente allo Spirito Santo?

Allo Spirito Santo viene attribuita specialmente la santificazione delle anime.

86. Il Padre e il Figlio ci santificano egualmente che lo Spirito Santo?

Sì, tutte e tre le divine Persone ci santificano egualmente.

87. Se è così, perché la santificazione delle anime si attribuisce in particolare allo Spirito Santo?

La santificazione delle anime si attribuisce in particolare allo Spirito Santo perché essa è opera d'amore, e le opere d'amore si attribuiscono allo Spirito Santo.

88. Quando discese lo Spirito Santo sopra gli Apostoli?

Lo Spirito Santo discese sopra gli Apostoli nel giorno della Pentecoste, cioè cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Gesù Cristo, e dieci dopo la sua Ascensione.

89. Dov'erano gli Apostoli nei dieci giorni prima della Pentecoste?

Gli Apostoli erano riuniti nel cenacolo in compagnia di Maria Vergine e degli altri discepoli, e perseveravano nell'orazione, aspettando lo Spirito Santo, che Gesù Cristo aveva loro promesso.

90. Quali effetti produsse lo Spirito Santo negli Apostoli?

Lo Spirito Santo confermò nella fede gli Apostoli, li riempì di lumi, di forza, di carità e dell'abbondanza di tutti i suoi doni.

91. Lo Spirito Santo è stato mandato per i soli Apostoli?

Lo Spirito Santo è stato mandato per tutta la Chiesa, e per ogni anima fedele.

92. Che cosa opera lo Spirito Santo nella Chiesa?

Lo Spirito Santo, come l'anima nel corpo, vivifica la Chiesa con la sua grazia e con i suoi doni; vi stabilisce il regno della verità e dell'amore; e l'assiste perché conduca sicuramente i suoi figli per la via del cielo.

Il nono articolo

93. Che cosa ci insegna il nono articolo: La santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi?

Il nono articolo del Credo ci insegna che Gesù Cristo ha fondato sulla terra una società visibile che si chiama Chiesa cattolica e che tutte le persone che fanno parte di questa Chiesa sono in comunione tra loro.

94. Dove si trovano i membri della Chiesa?

I membri della Chiesa si trovano parte in cielo, e formano la Chiesa trionfante; parte nel purgatorio, e formano la Chiesa purgante; parte sulla terra e formano la Chiesa militante.

95. Queste diverse parti della Chiesa costituiscono una sola Chiesa?

Sì, queste diverse parti della Chiesa costituiscono una sola Chiesa e un solo corpo, perché hanno il medesimo capo che è Gesù Cristo, il medesimo spirito che le anima e le unisce, e il medesimo fine che è la felicità eterna, la quale si gode già dagli uni e si aspetta dagli altri.

96. A quale parte della Chiesa si riferisce principalmente questo nono articolo?

Questo nono articolo del Credo si riferisce principalmente alla Chiesa militante, che è la Chiesa nella quale noi siamo attualmente.

97. Che cos'è la Chiesa cattolica?

La Chiesa cattolica è la società o congregazione di tutti i battezzati che, vivendo sulla terra, professano la stessa fede e legge di Cristo, partecipano agli stessi sacramenti, e obbediscono ai legittimi Pastori, principalmente al Romano Pontefice.

98. Perché la Chiesa si dice Una?

La Chiesa si dice Una, perché i suoi figli, di qualunque tempo e luogo, sono uniti fra loro nella medesima fede, nel medesimo culto, nella medesima legge e nella partecipazione dei medesimi sacramenti, sotto un medesimo capo visibile, il Romano Pontefice.

99. Perché la Chiesa si dice Santa?

La Chiesa si dice Santa, perché santo è il suo capo invisibile, che è Gesù Cristo, santi sono molti suoi membri, santi sono la sua fede, la sua legge, i suoi sacramenti.

100. Perché la Chiesa si chiama Cattolica?

La Chiesa si chiama Cattolica, che vuol dire universale, perché abbraccia i fedeli di tutti i tempi, di tutti i luoghi, di ogni età e condizione, e tutti gli uomini del mondo sono chiamati a farne parte.

101. Perché la Chiesa si chiama Apostolica?

La Chiesa si chiama Apostolica, perché rimonta senza interruzione fino agli Apostoli; perché crede e insegna tutto ciò che hanno creduto e insegnato gli Apostoli; e perché è guidata e governata dai loro legittimi successori.

102. Che cosa ci insegna il nono articolo del Credo con le parole: la comunione dei santi?

Con le parole: la comunione dei santi, il nono articolo del Credo ci insegna che nella Chiesa, per l'intima unione che esiste tra tutti i suoi membri, sono comuni i beni spirituali, così interni come esterni, che le appartengono.

103. Quali sono nella Chiesa i beni comuni interni?

I beni comuni interni nella Chiesa sono: la grazia che si riceve nei sacramenti, la fede, la speranza, la carità, i meriti infiniti di Gesù Cristo, i meriti sovrabbondanti della Vergine e dei Santi, e il frutto di tutte le opere buone che in essa Chiesa si fanno.

104. Quali sono i beni esterni comuni nella Chiesa?

I beni esterni comuni nella Chiesa sono: i sacramenti, il sacrificio della santa Messa, le pubbliche preghiere, le funzioni religiose e tutte le altre pratiche esteriori che uniscono insieme i fedeli.

105. In questa comunione di beni entrano tutti i figli della Chiesa?

Nella comunione dei beni interni entrano i cristiani che sono in grazia di Dio; quelli che sono in peccato mortale non partecipano di questi beni.

106. Dunque i cristiani che sono in peccato mortale non hanno alcun vantaggio dai beni interni e spirituali della Chiesa?

I cristiani che sono in peccato mortale hanno ancora qualche vantaggio dai beni interni e spirituali della Chiesa dei quali sono privi, in quanto essi conservano il carattere del cristiano che è indelebile, e sono aiutati dalle orazioni e dalle buone opere dei fedeli ad ottenere la grazia di convertirsi a Dio.

107. Perché i membri di questa comunione presi insieme si chiamano santi?

I membri di questa comunione si chiamano santi perché tutti sono chiamati alla santità e furono santificati per mezzo del Battesimo, e molti di essi sono già pervenuti alla perfetta santità.

108. La comunione dei santi si estende anche al cielo e al purgatorio?

Sì, la comunione dei santi si estende anche al cielo e al purgatorio, perché la carità unisce le tre Chiese: trionfante, purgante e militante; e i Santi pregano Dio per noi e per le anime del purgatorio, e noi diamo onore e gloria ai Santi e possiamo sollevare le anime del purgatorio, applicando in loro suffragio Messe, elemosine, indulgenze e altre opere buone.

Il decimo articolo

109. Che cosa ci insegna il decimo articolo: La remissione dei peccati?

Il decimo articolo del Credo ci insegna che Gesù Cristo ha lasciato alla sua Chiesa la potestà di rimettere i peccati.

110. La Chiesa può rimettere ogni sorta di peccati?

Sì, la Chiesa può rimettere tutti i peccati per quanto siano molti e gravi, perché Gesù Cristo le ha dato piena potestà di sciogliere e legare.

111. Chi sono coloro che nella Chiesa esercitano questa potestà di rimettere i peccati?

Coloro che nella Chiesa esercitano la potestà di rimettere i peccati sono in primo luogo il Papa, il quale solo possiede la pienezza di tale potestà; poi i Vescovi, e, sotto la dipendenza dei Vescovi, i sacerdoti.

112. Come rimette la Chiesa i peccati?

La Chiesa rimette i peccati per i meriti di Gesù Cristo, conferendo i sacramenti da Lui istituiti a questo fine, principalmente il Battesimo e la Penitenza.

L'undicesimo articolo

113. Che cosa ci insegna l'undicesimo articolo: La risurrezione della carne?

L'undicesimo articolo del Credo ci insegna che tutti gli uomini risusciteranno, riprendendo ogni anima il corpo che ebbe in questa vita.

114. Quando avverrà la risurrezione dei morti?

La risurrezione di tutti i morti avverrà alla fine del mondo, e allora seguirà il giudizio universale.

115. Gli uomini risorgeranno tutti alla stessa maniera?

No, vi sarà grandissima differenza tra i corpi degli eletti e i corpi dei dannati, perché i soli corpi degli eletti avranno a somiglianza di Gesù Cristo risorto le doti dei corpi gloriosi.

116. Quali sono queste doti che adorneranno i corpi degli eletti?

Le doti che adorneranno i corpi gloriosi degli eletti sono: 1º l'impassibilità, per cui non potranno più essere soggetti a mali, a dolori di veruna sorta, né a bisogno di cibo, di riposo o d'altro; 2º la chiarezza, per cui risplenderanno a guisa del sole e d'altrettante stelle; 3º l'agilità, per cui potranno passare in un momento e senza fatica da un luogo all'altro e dalla terra al cielo; 4º la sottigliezza, per cui senza ostacolo potranno penetrare qualunque corpo, come fece Gesù Cristo risorto.

Il dodicesimo articolo

117. Che cosa ci insegna l'ultimo articolo: La vita eterna?

L'ultimo articolo del Credo ci insegna che dopo la vita presente vi è un'altra vita o eternamente beata per gli eletti in paradiso, o eternamente infelice per i dannati all'inferno.

118. Possiamo comprendere la felicità del paradiso?

No, noi non possiamo comprendere la felicità del paradiso, perché supera le cognizioni della nostra mente limitata, e perché i beni del cielo non possono paragonarsi ai beni di questo mondo.

119. In che consiste la felicità degli eletti?

La felicità degli eletti consiste nel vedere, amare e possedere per sempre Dio, fonte di ogni bene.

120. In che consiste l'infelicità dei dannati?

L'infelicità dei dannati consiste nell'essere sempre privi della vista di Dio e puniti da eterni tormenti nell'inferno.

121. I beni del paradiso e i mali dell'inferno sono solamente per le anime?

I beni del paradiso e i mali dell'inferno sono adesso solamente per le anime, perché solo le anime sono adesso in paradiso o nell'inferno; ma dopo la risurrezione della carne, gli uomini, nella pienezza di loro natura, cioè in anima e in corpo, saranno o felici o tormentati per sempre.

122. Saranno uguali per i beati i beni del paradiso, e per i dannati i mali dell'inferno?

I beni del paradiso per i beati, e i mali dell'inferno per i dannati, saranno uguali nella sostanza e nell'eterna durata; ma nella misura, ossia nei gradi, saranno maggiori o minori, secondo i meriti, o demeriti di ciascuno.

PARTE SECONDA

L'ORAZIONE

L'orazione in generale

123. Che cos'è l'orazione?

L'orazione è una elevazione della mente a Dio per adorarlo, per ringraziarlo, e per domandargli quello che ci abbisogna.

124. Come si distingue l'orazione?

L'orazione si distingue in mentale e vocale. L'orazione mentale è quella che si fa con la sola mente; l'orazione vocale è quella che si fa con le parole accompagnate dall'attenzione della mente e dalla devozione del cuore.

125. Si può distinguere in altro modo l'orazione?

L'orazione si può anche distinguere in privata e pubblica.

126. Qual è l'orazione privata?

L'orazione privata è quella che ciascuno fa in particolare per sé o per altri.

127. Qual è l'orazione pubblica?

L'orazione pubblica è quella che si fa dai sacri ministri, a nome della Chiesa, e per la salvezza del popolo fedele. Si può chiamar pubblica anche l'orazione fatta in comune e pubblicamente dai fedeli, come nelle processioni, nei pellegrinaggi e nel sacro tempio.

128. Abbiamo speranza fondata di ottenere per mezzo dell'orazione gli aiuti e le grazie di cui abbiamo bisogno?

La speranza di ottenere da Dio le grazie di cui abbiamo bisogno è fondata nelle promesse di Dio onnipotente, misericordioso e fedelissimo, e nei meriti di Gesù Cristo.

129. In nome di chi dobbiamo domandare a Dio le grazie che ci sono necessarie?

Noi dobbiamo domandare a Dio le grazie che ci sono necessarie in nome di Gesù Cristo, come Egli stesso ci ha insegnato e come pratica la Chiesa la quale termina sempre le sue preghiere con queste parole: per Dominum nostrum Iesum Christum, cioè: per nostro Signore Gesù Cristo.

130. Perché dobbiamo domandare a Dio le grazie in nome di Gesù Cristo?

Noi dobbiamo domandare le grazie in nome di Gesù Cristo, perché essendo Egli il nostro mediatore, solo per mezzo di lui noi possiamo avvicinarci al trono di Dio.

131. Se l'orazione ha tanta virtù, che vuol dire che molte volte non sono esaudite le nostre preghiere?

Molte volte le nostre preghiere non sono esaudite, o perché domandiamo cose che non convengono alla nostra salvezza eterna, o perché non preghiamo come si deve.

132. Quali sono le cose che dobbiamo principalmente domandare a Dio?

Dobbiamo principalmente domandare a Dio la sua gloria, la nostra salvezza eterna e i mezzi per conseguirla.

133. Non è lecito domandare anche beni temporali?

Sì, è lecito domandare a Dio anche i beni temporali, ma sempre con la condizione che siano conformi alla sua santissima volontà, e non siano d'impedimento alla nostra salvezza eterna.

134. Se Dio sa tutto ciò che ci è necessario, perché si deve pregare?

Sebbene Dio sappia tutto ciò che ci è necessario, pure vuole che noi lo preghiamo, per riconoscerlo come datore di ogni bene, per attestargli la nostra umile sommissione e per meritarci i suoi favori.

135. Qual è la prima e migliore disposizione per rendere efficaci le nostre preghiere?

La prima e migliore disposizione per rendere efficaci le nostre preghiere è di essere in stato di grazia, o non essendovi, almeno desiderare di rimettersi in tale stato.

136. Quali altre disposizioni si richiedono per ben pregare?

Per ben pregare si richiedono specialmente il raccoglimento, l'umiltà, la fiducia, la perseveranza e la rassegnazione.

137. Che cosa vuol dire pregare con raccoglimento?

Vuol dire pensare che parliamo con Dio, e perciò dobbiamo pregare con tutto il rispetto e la devozione, evitando per quanto è possibile le distrazioni, cioè ogni pensiero estraneo all'orazione.

138. Le distrazioni diminuiscono il merito dell'orazione?

Sì, quando noi stessi le procuriamo, ovvero non le respingiamo con diligenza. Se poi facciamo quanto è possibile per essere raccolti in Dio, allora le distrazioni non diminuiscono il merito della nostra orazione, ma anzi lo possono accrescere.

139. Che cosa si richiede per fare orazione con raccoglimento?

Dobbiamo prima della preghiera allontanare tutte le occasioni di distrazione, e dobbiamo durante la preghiera pensare che siamo alla presenza di Dio il quale ci vede e ci ascolta.

140. Che cosa vuol dire pregare con umiltà?

Vuol dire riconoscere sinceramente la propria indegnità, impotenza e miseria, accompagnando la preghiera con la compostezza del corpo.

141. Che cosa vuol dire pregare con fiducia?

Vuol dire che dobbiamo avere ferma speranza di essere esauditi, se da ciò deriva la gloria di Dio e il nostro vero bene.

142. Che cosa vuol dire pregare con perseveranza?

Vuol dire che non dobbiamo stancarci di pregare, se Dio subito non ci esaudisce, ma che dobbiamo seguitare anzi a pregare con più fervore.

143. Che cosa vuol dire pregare con rassegnazione?

Vuol dire che dobbiamo conformarci al volere di Dio, il quale conosce meglio di noi quanto è necessario alla nostra salvezza eterna, pur anche nel caso in cui le nostre preghiere non fossero esaudite.

144. Dio esaudisce sempre le orazioni ben fatte?

Sì, Dio esaudisce sempre le orazioni ben fatte; ma nella maniera che egli sa essere più utile per la nostra salvezza eterna, e non sempre secondo la nostra volontà.

145. Quali effetti produce in noi l'orazione?

L'orazione ci fa riconoscere la nostra dipendenza da Dio supremo Signore in tutte le cose, ci fa pensare alle cose celesti, ci fa progredire nella virtù, ci ottiene da Dio misericordia, ci fortifica contro le tentazioni, ci conforta nelle tribolazioni, ci aiuta nei nostri bisogni, e ci ottiene la grazia della perseveranza finale.

146. Quand'è che noi dobbiamo specialmente pregare?

Noi dobbiamo pregare specialmente nei pericoli, nelle tentazioni e in punto di morte; inoltre dobbiamo pregare frequentemente, ed è bene che ciò si faccia la mattina e la sera e al principio delle azioni importanti della giornata.

147. Per chi dobbiamo pregare?

Dobbiamo pregare per tutti; cioè per noi stessi, per i nostri parenti, superiori, benefattori, amici e nemici; per la conversione dei poveri peccatori, di quelli che sono fuori della vera Chiesa, e per le anime sante del purgatorio.

Il Padre nostro

148. Qual è l'orazione vocale più eccellente?

L'orazione vocale più eccellente è quella che Gesù Cristo stesso ci ha insegnato, cioè il Padre nostro.

149. Perché il Padre nostro è l'orazione più eccellente?

Il Padre nostro è l'orazione più eccellente perché l'ha composta e ce l'ha insegnata Gesù Cristo stesso; perché contiene chiaramente in poche parole tutto quello che possiamo sperare da Dio; ed è la regola e il modello di tutte le altre orazioni.

150. Il Padre nostro è anche l'orazione più efficace?

Il Padre nostro è anche l'orazione più efficace, perché è la più accetta a Dio, facendo noi orazione con le stesse parole che ci ha dettate il suo divin Figlio.

151. Perché il Padre nostro si chiama orazione domenicale?

Il Padre nostro si chiama orazione domenicale, che vuol dire preghiera del Signore, appunto perché ce l'ha insegnata Gesù Cristo di propria bocca.

152. Quante domande ci sono nel Padre nostro?

Nel Padre nostro ci sono sette domande, precedute da un proemio.

153. Recitate il Padre nostro.

Padre nostro, che sei nei cieli:

1ª Sia santificato il tuo nome.

2ª Venga il tuo regno.

3ª Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

4ª Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

5ª E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

6ª E non ci indurre in tentazione.

7ª Ma liberaci dal male. Amen.

154. Perché, invocando Dio in principio del Padre nostro, lo chiamiamo nostro Padre?

In principio del Padre nostro chiamiamo Dio nostro Padre per risvegliare la nostra fiducia nella sua infinita bontà, essendo noi suoi figli.

155. Perché possiamo dire che siamo figli di Dio?

Noi siamo figli di Dio: 1º Perché Egli ci ha creato a sua immagine e ci conserva e governa con la sua provvidenza; 2º Perché ci ha, per speciale benevolenza, adottati nel Battesimo come fratelli di Gesù Cristo e coeredi insieme con lui della gloria eterna.

156. Perché chiamiamo Dio Padre nostro e non Padre mio?

Chiamiamo Dio Padre nostro e non Padre mio, perché tutti siamo suoi figli e perciò dobbiamo riguardarci e amarci tutti come fratelli, e pregare gli uni per gli altri.

157. Essendo Dio in ogni luogo, perché gli diciamo: che sei nei cieli?

Dio è in ogni luogo; ma diciamo: Padre nostro, che sei nei cieli, per sollevare i nostri cuori al cielo, dove Dio si manifesta nella gloria ai suoi figli.

158. Che cosa chiediamo nella prima domanda: Sia santificato il tuo nome?

Nella prima domanda: Sia santificato il tuo nome, chiediamo che Dio sia conosciuto, amato, onorato e servito da tutto il mondo, e da noi in particolare.

159. Che cosa intendiamo chiedendo che Dio sia conosciuto, amato e servito da tutto il mondo?

Noi intendiamo chiedere che gli infedeli giungano alla cognizione del vero Dio, gli eretici riconoscano i loro errori, gli scismatici ritornino all'unità della Chiesa, che i peccatori si ravvedano e che i giusti siano perseveranti nel bene.

160. Perché prima di ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio?

Prima di ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio, perché la gloria di Dio ci deve stare più a cuore di tutti i nostri beni e vantaggi.

161. In quale modo possiamo procurare la gloria di Dio?

Noi possiamo procurare la gloria di Dio con la preghiera, con il buon esempio, e con l'indirizzare a Lui tutti i pensieri, gli affetti e le nostre opere.

162. Che cosa intendiamo per regno di Dio?

Per regno di Dio intendiamo un triplice regno spirituale; cioè il regno di Dio in noi, ossia il regno della grazia; il regno di Dio in terra, cioè la santa Chiesa cattolica; e il regno di Dio nei cieli, ovvero il paradiso.

163. Che cosa chiediamo con le parole: Venga il tuo regno, in ordine alla grazia?

In ordine alla grazia chiediamo che Dio regni in noi con la sua grazia santificante per la quale Egli si compiace di risiedere in noi come re nella sua reggia; e di tenerci uniti a Lui con le virtù della fede, della speranza e della carità per le quali regna sul nostro intelletto, sul nostro cuore, e sulla nostra volontà.

164. Che cosa chiediamo con le parole: Venga il tuo regno, in ordine alla Chiesa?

In ordine alla Chiesa chiediamo che questa sempre più si dilati e si propaghi in tutto il mondo a salvezza degli uomini.

165. Che cosa chiediamo con le parole: Venga il tuo regno, in ordine alla gloria?

In ordine alla gloria chiediamo di potere un giorno essere ammessi nel santo paradiso, per il quale siamo stati creati, dove saremo pienamente felici.

166. Che cosa chiediamo nella terza domanda: Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra?

Nella terza domanda: Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra, chiediamo la grazia di fare in ogni cosa la volontà di Dio obbedendo ai suoi santi comandamenti così prontamente, come gli Angeli e i Santi gli obbediscono in cielo. Chiediamo inoltre la grazia di corrispondere alle divine ispirazioni, e di vivere rassegnati alla volontà di Dio quando Egli ci manda delle tribolazioni.

167. È necessario eseguire la volontà di Dio?

È necessario eseguire la volontà di Dio quanto è necessario conseguire la salvezza eterna, perché Gesù Cristo ha detto che entrerà nel regno dei cieli soltanto chi avrà fatto la volontà del Padre suo.

168. In quale modo possiamo conoscere la volontà di Dio?

Noi possiamo conoscere la volontà di Dio specialmente per mezzo della Chiesa e dei nostri superiori spirituali stabiliti da Dio per guidarci nella via della salvezza. Possiamo anche conoscere questa santissima volontà dalle divine ispirazioni e dalle stesse circostanze nelle quali il Signore ci ha posti.

169. Dobbiamo sempre riconoscere la volontà di Dio nelle cose prospere o avverse della vita?

Nelle cose sia prospere che avverse della vita presente dobbiamo sempre riconoscere anche la volontà di Dio, il quale tutto dispone o permette per il nostro bene.

170. Che cosa chiediamo nella quarta domanda: Dacci oggi il nostro pane quotidiano?

Nella quarta domanda: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, chiediamo a Dio ciò che ci è necessario ogni giorno per l'anima e per il corpo.

171. Che cosa domandiamo a Dio per la nostra anima?

Per la nostra anima domandiamo a Dio il sostentamento della vita spirituale: cioè preghiamo il Signore che ci doni la sua grazia, di cui abbiamo continuamente bisogno.

172. Come si nutre la vita della nostra anima?

La vita dell'anima si nutre specialmente con il cibo della divina parola e con il Santissimo Sacramento dell'altare.

173. Che cosa domandiamo a Dio per il nostro corpo?

Per il nostro corpo domandiamo ciò che è necessario al sostentamento della vita temporale.

174. Perché diciamo: dacci oggi il nostro pane, e non piuttosto: dacci oggi il pane?

Diciamo dacci oggi il nostro pane, e non piuttosto: dacci oggi il pane, per escludere ogni desiderio della roba d'altri; perciò preghiamo il Signore che ci aiuti nei guadagni giusti e leciti, affinché ci procuriamo il vitto con le nostre fatiche, senza furti e inganni.

175. Perché diciamo: dacci il pane, e non dammi?

Diciamo: dacci invece di dammi per rammentarci che, siccome le sostanze ci vengono da Dio, così se Egli ce ne dà in abbondanza, lo fa a questo fine che ne dispensiamo il superfluo ai poveri.

176. Perché aggiungiamo quotidiano?

Aggiungiamo quotidiano, perché dobbiamo desiderare quello che ci è necessario alla vita, e non l'abbondanza dei cibi e dei beni della terra.

177. Che cosa significa la parola oggi nella quarta domanda?

La parola oggi significa che non dobbiamo essere troppo solleciti dell'avvenire, ma domandare quello che ci è necessario al presente.

178. Che cosa chiediamo nella quinta domanda: E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori?

Nella quinta domanda: E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, chiediamo a Dio che ci perdoni i nostri peccati come noi perdoniamo ai nostri offensori.

179. Perché i nostri peccati si chiamano debiti?

I nostri peccati si chiamano debiti perché per essi dobbiamo soddisfare alla divina giustizia o in questa vita o nell'altra.

180. Quelli che non perdonano al prossimo possono sperare che Dio loro perdoni?

Quelli che non perdonano al prossimo non hanno nessuna ragione di sperare che Dio loro perdoni, tanto più che si condannano da se stessi, dicendo a Dio che perdoni loro come essi perdonano al prossimo.

181. Che cosa chiediamo nella sesta domanda: E non ci indurre in tentazione?

Nella sesta domanda: E non ci indurre in tentazione, chiediamo a Dio che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che siamo tentati, o dandoci grazia di non essere vinti.

182. Che cosa sono le tentazioni?

Le tentazioni sono un incitamento al peccato che ci viene dal demonio, o dai cattivi, o dalle nostre passioni.

183. È peccato avere tentazioni?

No, non è peccato avere tentazioni, ma è peccato acconsentirvi, o esporsi volontariamente al pericolo di acconsentirvi.

184. Perché Dio permette che siamo tentati?

Dio permette che siamo tentati per provare la nostra fedeltà, per far aumentare le nostre virtù e per accrescere i nostri meriti.

185. Che cosa dobbiamo fare per evitare le tentazioni?

Per evitare le tentazioni dobbiamo fuggire le occasioni pericolose, custodire i nostri sensi, ricevere spesso i santi sacramenti, e far uso della preghiera.

186. Che cosa chiediamo nella settima domanda: Ma liberaci dal male?

Nella settima domanda: Ma liberaci dal male, chiediamo a Dio che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dalla dannazione eterna, che ne è la pena.

187. Perché diciamo: liberaci dal male e non dai mali?

Diciamo: liberaci dal male e non dai mali, perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli che non giovano alla nostra anima, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male.

188. Non è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, per esempio da una malattia?

Sì, è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, ma sempre rimettendoci alla volontà di Dio, il quale può anche ordinare quella tribolazione a vantaggio della nostra anima.

189. A che cosa ci giovano le tribolazioni che Dio ci manda?

Le tribolazioni ci giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per esercitare le virtù, e soprattutto per imitare Gesù Cristo nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nei patimenti, se vogliamo aver parte nella sua gloria.

190. Che cosa vuol dire Amen alla fine del Padre nostro?

Amen vuol dire: così sia, così desidero, così prego il Signore e così spero.

191. Per ottenere le grazie domandate nel Padre nostro basta recitarlo in qualunque maniera?

Per ottenere le grazie domandate nel Padre nostro bisogna recitarlo senza fretta, con attenzione e accompagnarlo con il cuore.

192. Quando dobbiamo dire il Padre nostro?

Il Padre nostro dobbiamo dirlo ogni giorno, perché abbiamo bisogno ogni giorno dell'aiuto di Dio.

L'Ave Maria

193. Quale orazione siamo soliti dire dopo il Padre nostro?

Dopo il Padre nostro, diciamo la salutazione angelica, cioè l'Ave Maria, per mezzo della quale ricorriamo alla santissima Vergine.

194. Perché l'Ave Maria si chiama salutazione angelica?

L'Ave Maria si chiama salutazione angelica perché comincia col saluto che fece a Maria Vergine l'arcangelo Gabriele.

195. Di chi sono le parole dell'Ave Maria?

Le parole dell'Ave Maria parte sono dell'arcangelo Gabriele, parte di S. Elisabetta, e parte della Chiesa.

196. Quali sono le parole dell'arcangelo Gabriele?

Le parole dell'arcangelo Gabriele sono: «Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne».

(Vulgata, Lc 1,28 [Ave, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus]).

197. Quando l'Angelo disse a Maria queste parole?

L'Angelo disse a Maria queste parole quando andò ad annunziarle da parte di Dio il mistero dell'Incarnazione che in lei doveva operarsi.

198. Che cosa intendiamo fare nel salutare la santissima Vergine con le stesse parole dell'Arcangelo?

Nel salutare la santissima Vergine con le parole dell'Arcangelo, noi ci rallegriamo con lei, facendo memoria dei singolari privilegi e doni che Dio le ha concesso a preferenza di tutte le altre creature.

199. Quali sono le parole di santa Elisabetta?

Le parole di santa Elisabetta sono: «Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno».

(Vulgata e Nova Vulgata, Lc 1,42 [Benedicta tu inter mulieres, et benedictus fructus ventris tui]).

200. Quando santa Elisabetta disse queste parole?

Santa Elisabetta disse queste parole, ispirata da Dio, quando tre mesi prima di dare alla luce S. Giovanni Battista fu visitata dalla santissima Vergine, che già portava nel seno il suo divin Figlio.

201. Che cosa facciamo nel dire queste parole?

Nel dire le parole di santa Elisabetta ci rallegriamo con Maria SS.ma della sua eccelsa dignità di Madre di Dio, e benediciamo Dio e lo ringraziamo di averci dato Gesù Cristo per mezzo di Maria.

202. Di chi sono le altre parole dell'Ave Maria?

Tutte le altre parole dell'Ave Maria sono state aggiunte dalla Chiesa.

203. Che cosa domandiamo con le ultime parole dell'Ave Maria?

Con le ultime parole dell'Ave Maria domandiamo la protezione della santissima Vergine nel corso di questa vita, e specialmente nell'ora della nostra morte, nella quale ne avremo maggior bisogno.

204. Perché dopo il Padre nostro diciamo piuttosto l'Ave Maria che qualunque altra orazione?

Perché la SS.ma Vergine è l'Avvocata più potente presso Gesù Cristo, e perciò, dopo aver detto l'orazione insegnataci da Gesù Cristo, preghiamo la SS.ma Vergine che ci ottenga le grazie che abbiamo domandato.

205. Per quale motivo la Vergine santissima è così potente?

La santissima Vergine è così potente perché è Madre di Dio, ed è impossibile che non sia da Lui esaudita.

206. Che cosa ci insegnano i Santi sulla devozione a Maria?

Sulla devozione a Maria i Santi ci insegnano che i veri suoi devoti sono da Lei amati e protetti con amore di tenerissima Madre e per mezzo di Lei sono certi di trovare Gesù e di ottenere il paradiso.

207. Quale devozione a Maria la Chiesa ci raccomanda in modo speciale?

La devozione che la Chiesa ci raccomanda in modo speciale verso Maria santissima è la recita del santo Rosario.

PARTE TERZA

I COMANDAMENTI

I comandamenti in generale

208. Quanti sono i comandamenti della legge di Dio?

I comandamenti della legge di Dio sono dieci:

Io sono il Signore Dio tuo:

1º Non avrai altro Dio fuori di me.

2º Non nominare il nome di Dio invano.

3º Ricordati di santificare le feste.

4º Onora il padre e la madre.

5º Non uccidere.

6º Non commettere atti impuri.

7º Non rubare.

8º Non dire falsa testimonianza.

9º Non desiderare la donna d'altri.

10º Non desiderare la roba d'altri.

209. Siamo obbligati a osservare i comandamenti?

Sì, siamo tutti obbligati a osservare i comandamenti, perché tutti dobbiamo vivere secondo la volontà di Dio che ci ha creati, e basta trasgredirne gravemente uno solo per meritare l'inferno.

210. Possiamo osservare i comandamenti?

Noi possiamo senza dubbio osservare i comandamenti di Dio, perché Dio non ci comanda alcuna cosa impossibile e dà la grazia di osservarli a chi la domanda come si deve.

Il primo comandamento

211. Perché si dice in principio: Io sono il Signore Dio tuo?

In principio dei comandamenti si dice: Io sono il Signore Dio tuo, perché conosciamo che Dio, essendo il nostro Creatore e Signore, può comandare quello che vuole, e noi, sue creature, siamo tenuti ad obbedirgli.

212. Che cosa ci ordina Dio con le parole del primo comandamento: Non avrai altro Dio fuori di me?

Con le parole del primo comandamento: Non avrai altro Dio fuori di me, Dio ci ordina di riconoscere, di adorare, di amare e servire Lui solo, come nostro supremo Signore.

213. Come si adempie il primo comandamento?

Il primo comandamento si adempie con l'esercizio del culto interno ed esterno.

214. Che cos'è il culto interno?

Il culto interno è l'onore che si rende a Dio con le sole facoltà dello spirito, ossia con la mente e con la volontà.

215. Che cos'è il culto esterno?

Il culto esterno è l'omaggio che si rende a Dio per mezzo di atti esteriori e di oggetti sensibili.

216. Non basta adorare Dio solo col cuore internamente?

No, non basta adorare Dio solo col cuore internamente, ma bisogna adorarlo anche esternamente, con lo spirito insieme e col corpo, perché Egli è Creatore e Signore assoluto dell'uno e dell'altro.

217. Può stare il culto esterno senza l'interno?

No, non può stare in alcun modo il culto esterno senza l'interno, perché quello scompagnato da questo rimane privo di vita, di merito e di efficacia, come corpo senz'anima.

218. Che cosa ci proibisce il primo comandamento?

Il primo comandamento ci proibisce l'idolatria, la superstizione, il sacrilegio, l'eresia e ogni altro peccato contro la religione.

219. Che cos'è l'idolatria?

Si chiama idolatria il dare a qualche creatura, per esempio a una statua, a un'immagine, a un uomo, il culto supremo di adorazione dovuto a Dio solo.

220. Che cos'è la superstizione?

Si chiama superstizione qualunque devozione contraria alla dottrina e all'uso della Chiesa, come anche l'attribuire a un'azione o a una cosa qualunque una virtù soprannaturale che non ha.

221. Che cos'è il sacrilegio?

Il sacrilegio è la profanazione di un luogo, di una persona o di una cosa consacrata a Dio e destinata al suo culto.

222. Che cos'è l'eresia?

L'eresia è un errore colpevole dell'intelletto, per cui si nega con pertinacia qualche verità della fede.

223. Quali altre cose proibisce il primo comandamento?

Il primo comandamento ci proibisce altresì qualunque commercio col demonio e l'aggregarsi alle sette anticristiane.

224. Chi ricorresse al demonio o lo invocasse commetterebbe grave peccato?

Chi ricorresse al demonio o lo invocasse commetterebbe un peccato enorme, perché il demonio è il più perverso nemico di Dio e dell'uomo.

225. È lecito interrogare le tavole così dette parlanti o scriventi, o consultare in qualunque modo le anime dei trapassati mediante lo spiritismo?

Tutte le pratiche dello spiritismo sono illecite, perché superstiziose, e spesso non immuni da intervento diabolico, e perciò furono dalla Chiesa giustamente proibite.

226. Che differenza vi è tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi?

Tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi vi è questa differenza, che Dio lo adoriamo per la sua infinita eccellenza, e i Santi invece non li adoriamo, ma li onoriamo e veneriamo come amici di Dio e nostri intercessori presso di Lui. Il culto che si rende a Dio si chiama latria cioè di adorazione, e il culto che si rende ai Santi si chiama dulia cioè di venerazione ai servi di Dio; il culto poi particolare, che prestiamo a Maria santissima, si chiama iperdulia, cioè di specialissima venerazione, come a Madre di Dio.

Il secondo comandamento

227. Che cosa ci proibisce il secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano?

Il secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano, ci proibisce: 1º di nominare il nome di Dio senza rispetto; 2º di bestemmiare contro Dio, contro la santissima Vergine e contro i Santi; 3º di fare giuramenti falsi o non necessari, o in qualunque modo illeciti.

228. Che cosa vuol dire nominare il nome di Dio senza rispetto?

Nominare il nome di Dio senza rispetto vuol dire pronunziare questo santo nome e tutto ciò che si riferisce in modo speciale a Dio stesso, come il nome di Gesù, di Maria e dei Santi, nella collera, per scherzo, o in altro modo poco riverente.

229. Che cos'è la bestemmia?

La bestemmia è un orribile peccato che consiste in parole o atti di disprezzo o di maledizione contro Dio, la Vergine, i Santi, o contro le cose sante.

230. Vi è differenza tra la bestemmia e l'imprecazione?

Vi è differenza perché con la bestemmia si maledice, o si desidera il male a Dio, alla Madonna, ai Santi, mentre con l'imprecazione si maledice o si desidera il male a se stesso, o al prossimo.

231. Che cos'è il giuramento?

Il giuramento è il chiamare Dio in testimonio della verità di ciò che si dice, o si promette.

232. È sempre proibito il giurare?

Non è sempre proibito il giurare, ma è lecito anzi onorevole a Dio quando vi sia necessità e il giuramento sia fatto con verità, con giudizio e con giustizia.

233. Quando non si giura con verità?

Quando si afferma con giuramento ciò che si sa, o si crede che sia falso, e quando con giuramento si promette di fare ciò che non si ha intenzione di eseguire.

234. Quando non si giura con giudizio?

Quando si giura senza prudenza e senza matura considerazione, ovvero per cose di poca importanza.

235. Quando non si giura con giustizia?

Quando si giura di fare una cosa che non sia giusta o lecita, come vendicarsi, rubare ed altre cose simili.

236. Siamo obbligati a mantenere il giuramento di fare cose ingiuste o illecite?

Non solo non siamo obbligati, ma peccheremmo facendole, perché proibite dalla legge di Dio, o della Chiesa.

237. Chi giura il falso che peccato commette?

Chi giura il falso commette peccato mortale, perché disonora gravemente Dio verità infinita, chiamandolo in testimonio del falso.

238. Che cosa ci ordina il secondo comandamento?

Il secondo comandamento ci ordina di onorare il nome santo di Dio e di adempiere oltre i giuramenti anche i voti.

239. Che cos'è il voto?

Il voto è una promessa che si fa a Dio di una cosa buona e a noi possibile e migliore della cosa contraria, alla quale ci obblighiamo come se ci fosse comandata.

240. Se l'osservanza del voto riuscisse in tutto o in parte molto difficile, che si dovrebbe fare?

Si può domandare la commutazione o la dispensa al proprio Vescovo, o al Sommo Pontefice, secondo la qualità del voto.

241. È peccato trasgredire i voti?

Il trasgredire i voti è peccato, e perciò non dobbiamo far voti senza matura riflessione e, ordinariamente, senza il consiglio del confessore, o d'altra persona prudente, per non esporci al pericolo di peccare.

242. Si possono fare i voti alla Madonna e ai Santi?

I voti si fanno solamente a Dio: si può però promettere a Dio di far qualche cosa in onore della Madonna, o dei Santi.

Il terzo comandamento

243. Che cosa ci ordina il terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste?

Il terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste, ci ordina di onorare Dio con opere di culto nei giorni di festa.

244. Quali sono i giorni di festa?

Nell'antica legge erano i sabati ed altri giorni particolarmente solenni per il popolo ebreo; nella legge nuova sono le domeniche ed altre festività stabilite dalla Chiesa.

245. Perché nella legge nuova si santifica la domenica invece del sabato?

La domenica, che significa giorno del Signore, fu sostituita al sabato perché in tal giorno Gesù Cristo nostro Signore risuscitò.

246. Quale opera di culto ci viene comandata nei giorni di festa?

Ci viene comandato di assistere devotamente al santo sacrificio della Messa.

247. Con quali altre opere un buon cristiano santifica le feste?

Il buon cristiano santifica le feste: 1º coll'intervenire alla Dottrina cristiana, alle prediche ed ai divini uffizi; 2º col ricevere spesso, con le dovute disposizioni i sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia; 3º coll'esercitarsi nell'orazione e nelle opere di cristiana carità verso il prossimo.

248. Che cosa ci proibisce il terzo comandamento?

Il terzo comandamento ci proibisce le opere servili e qualunque opera che ci impedisca il culto di Dio.

249. Quali sono le opere servili proibite nei giorni di festa?

Le opere servili proibite nei giorni di festa sono le opere dette manuali, cioè quei lavori materiali in cui ha parte più il corpo che lo spirito; come quelle che ordinariamente fanno i servi, gli operai e gli artigiani.

250. Quale peccato si commette lavorando in giorno di festa?

Lavorando in giorno di festa si commette peccato mortale: scusa però dalla colpa grave la brevità del tempo che si occupa.

251. Non vi è alcuna opera servile che sia permessa nei giorni di festa?

Nei giorni di festa sono permesse quelle opere che sono necessarie alla vita, o al servizio di Dio; e quelle che si fanno per una causa grave domandando licenza, se si può, al proprio parroco.

252. Per quale fine nelle feste sono proibite le opere servili?

Sono proibite nelle feste le opere servili, affinché possiamo meglio attendere al divin culto e alla salute dell'anima nostra; e riposarci dalle fatiche. Per questo non è proibito qualche onesto divertimento.

253. Quali altre cose dobbiamo schivare soprattutto nelle feste?

Nelle feste dobbiamo schivare sopra tutto il peccato e tutto ciò che può indurci al peccato, come i divertimenti e i ritrovi pericolosi.

Il quarto comandamento

254. Che cosa ci ordina il quarto comandamento: Onora il padre e la madre?

Il quarto comandamento: Onora il padre e la madre, ci ordina di rispettare il padre e la madre, di obbedire loro in tutto ciò che non è peccato, e di aiutarli nei loro bisogni spirituali e temporali.

255. Che cosa ci proibisce il quarto comandamento?

Il quarto comandamento ci proibisce di offendere i genitori con le parole, con le opere e in qualsiasi altro modo.

256. Sotto il nome di padre e di madre, quali altre persone comprende questo comandamento?

Questo comandamento, sotto il nome di padre e di madre comprende anche tutti i superiori, così ecclesiastici, come secolari, ai quali perciò dobbiamo obbedire e portare rispetto.

257. I genitori hanno dei doveri verso i loro figli?

I genitori hanno il dovere di amare, alimentare e mantenere i loro figli, di provvedere alla loro educazione religiosa e civile, di dar loro buon esempio, di allontanarli dall'occasione di peccato, correggerli delle loro mancanze, ed aiutarli ad abbracciare lo stato al quale sono chiamati da Dio.

258. Ci diede Dio l'esempio di famiglia perfetta?

Dio ci diede l'esempio di famiglia perfetta nella Sacra Famiglia, nella quale Gesù Cristo visse soggetto a Maria santissima e a S. Giuseppe fino ai trent'anni, cioè fino a quando incominciò ad esercitare la missione affidatagli dall'Eterno Padre di predicare il Vangelo.

Il quinto comandamento

259. Che cosa proibisce il quinto comandamento: Non uccidere?

Il quinto comandamento: Non uccidere, proibisce di dar morte, percuotere, ferire o fare qualunque altro danno al prossimo nel corpo, sia da sé, sia per mezzo di altri; come pure di offenderlo con parole ingiuriose e di volergli male. In questo comandamento Dio proibisce anche il dar morte a se stesso, ossia il suicidio.

260. Perché è peccato grave uccidere il prossimo?

Perché l'uccisore si usurpa temerariamente il diritto che ha Dio solo sulla vita dell'uomo; perché distrugge la sicurezza dell'umano consorzio, e perché toglie al prossimo la vita, che è il più gran bene naturale che ha sulla terra.

261. Vi sono dei casi nei quali sia lecito uccidere il prossimo?

È lecito uccidere il prossimo quando si combatte in una guerra giusta, quando si esegue per ordine dell'autorità suprema la condanna di morte in pena di qualche delitto; e finalmente quando trattasi di necessaria e legittima difesa della vita contro un ingiusto aggressore.

262. Dio, nel quinto comandamento, proibisce anche di nuocere alla vita spirituale del prossimo?

Sì, Dio nel quinto comandamento proibisce anche di nuocere alla vita spirituale del prossimo con lo scandalo.

263. Che cos'è lo scandalo?

Lo scandalo è qualunque detto, fatto o omissione, che è occasione ad altri di commettere peccati.

264. È peccato grave lo scandalo?

Lo scandalo è un peccato grave, perché tende a distruggere la più grande opera di Dio, che è la redenzione, con la perdita delle anime; dà al prossimo la morte dell'anima togliendogli la vita della grazia, che è più preziosa della vita del corpo; è causa di una moltitudine di peccati. Perciò Dio minaccia agli scandalosi i più severi castighi.

265. Perché nel quinto comandamento Dio proibisce il dar morte a se stesso, ossia il suicidio?

Nel quinto comandamento Dio proibisce il suicidio perché l'uomo non è padrone della sua vita, come non lo è di quella degli altri.

266. Che cosa ci ordina il quinto comandamento?

Il quinto comandamento ci ordina di perdonare ai nostri nemici, e di voler bene a tutti.

267. Che cosa deve fare chi ha danneggiato il prossimo nella vita del corpo, o in quella dell'anima?

Chi ha danneggiato il prossimo non basta che si confessi, ma deve anche riparare al male che ha fatto col risarcire al prossimo i danni arrecati, col ritrattare gli errori insegnati, e col dar buoni esempi.

Il sesto e il nono comandamento

268. Che cosa ci proibisce il sesto comandamento: Non commettere atti impuri?

Il sesto comandamento: Non commettere atti impuri, ci proibisce ogni atto, ogni sguardo, ogni discorso contrario alla castità, e l'infedeltà nel matrimonio.

269. Che cosa proibisce il nono comandamento?

Il nono comandamento proibisce espressamente ogni desiderio contrario alla fedeltà che i coniugi si sono giurata nel contrarre matrimonio: e proibisce pure ogni colpevole pensiero o desiderio di azione vietata dal sesto comandamento.

270. È un gran peccato l'impurità?

È un peccato gravissimo ed abominevole innanzi a Dio ed agli uomini; avvilisce l'uomo alla condizione dei bruti, lo trascina a molti altri peccati e vizi, e provoca i più terribili castighi in questa vita e nell'altra.

271. Sono peccati tutti i pensieri che ci vengono in mente contro la purità?

I pensieri che ci vengono in mente contro la purità, per se stessi non sono peccati, ma piuttosto tentazioni e incentivi al peccato.

272. Quand'è che sono peccati i pensieri cattivi?

I pensieri cattivi, ancorché siano inefficaci, sono peccati quando colpevolmente diamo loro motivo, o vi acconsentiamo, o ci esponiamo al pericolo prossimo di acconsentirvi.

273. Che cosa ci ordinano il sesto e nono comandamento?

Il sesto comandamento ci ordina di essere casti e modesti negli atti, negli sguardi, nel portamento e nelle parole. Il nono comandamento ci ordina di essere casti e puri anche nell'interno, cioè nella mente e nel cuore.

274. Che cosa ci conviene fare per osservare il sesto e il nono comandamento?

Per ben osservare il sesto e il nono comandamento, dobbiamo pregare spesso e di cuore Dio, essere devoti di Maria Vergine Madre della purità, ricordarci che Dio ci vede, pensare alla morte, ai divini castighi, alla passione di Gesù Cristo, custodire i nostri sensi, praticare la mortificazione cristiana e frequentare con le dovute disposizioni i sacramenti.

275. Che cosa dobbiamo fuggire per mantenerci casti?

Per mantenerci casti conviene fuggire l'ozio, i cattivi compagni, la lettura dei libri e dei giornali cattivi, l'intemperanza, il guardare le immagini indecenti, gli spettacoli licenziosi, le conversazioni pericolose, e tutte le altre occasioni di peccato.

Il settimo comandamento

276. Che cosa ci proibisce il settimo comandamento: Non rubare?

Il settimo comandamento: Non rubare, proibisce di prendere e di ritenere ingiustamente la roba altrui e di recar danno al prossimo nella roba in qualunque altro modo.

277. Che cosa vuol dire rubare?

Vuol dire prendere ingiustamente la roba altrui contro la volontà del padrone, quando cioè egli ha tutta la ragione ed il diritto di non volerne essere privato.

278. Perché si proibisce il rubare?

Perché si pecca contro la giustizia, e si fa ingiuria al prossimo, prendendo e ritenendo contro il suo diritto e la sua volontà ciò che gli appartiene.

279. Che cos'è la roba d'altri?

È tutto ciò che appartiene al prossimo, che ne ha la proprietà o l'uso, o lo tiene in deposito.

280. In quanti modi si prende ingiustamente la roba degli altri?

In due modi: col furto e con la rapina.

281. Il furto come si commette?

Il furto si commette prendendo occultamente la roba degli altri.

282. La rapina come si commette?

La rapina si commette prendendo con violenza e manifestamente la roba degli altri.

283. In quali casi si può prendere la roba degli altri senza far peccato?

Quando il padrone non fosse contrario, ovvero quando ingiustamente non volesse, come accadrebbe di uno che avesse estrema necessità, purché prendesse soltanto quanto gli è strettamente necessario per sovvenire all'urgente ed estremo bisogno.

284. Solamente col furto e con la rapina si danneggia il prossimo nella roba?

Si danneggia anche con la frode, con l'usura e con qualunque altra ingiustizia contro i suoi beni.

285. Come si commette la frode?

La frode si commette ingannando il prossimo nel commercio con pesi, misure o monete false e con merci cattive; falsificando scritture e documenti; in somma facendo inganni nelle compre, nelle vendite e in qualsiasi altro contratto e anche quando non si vuol dare il giusto e il convenuto.

286. In quale modo si commette l'usura?

L'usura si commette con l'esigere senza legittimo titolo un illecito interesse per una somma prestata, abusando del bisogno e dell'ignoranza altrui.

287. Quali altre ingiustizie si commettono contro i beni del prossimo?

Col fargli perdere ingiustamente ciò che ha, col danneggiarlo nelle possessioni, non lavorare conforme al dovere, non pagare per malizia i debiti e le dovute mercedi, col ferire o uccidere animali che gli appartengono, col mandare a male le cose avute in custodia, con l'impedire ad alcuno di fare un giusto guadagno, col tenere mano ai ladri, col ricevere, nascondere o comprare la roba rubata.

288. È peccato grave rubare?

È un peccato grave contro la giustizia quando trattasi di materia grave, essendo cosa molto importante che sia rispettato il diritto che ciascuno ha sulla roba propria, e ciò per il bene degli individui, delle famiglie e della società.

289. Quando è grave la materia del furto?

È grave quando si toglie cosa rilevante, ed anche quando, togliendosi cosa di poca importanza, il prossimo ne patisce grave danno.

290. Che cosa ci ordina il settimo comandamento?

Il settimo comandamento ci ordina di rispettare la roba degli altri, dare la giusta mercede agli operai, e osservare la giustizia in tutto quello che riguarda la proprietà altrui.

291. Chi ha peccato contro il settimo comandamento basta che se ne confessi?

Chi ha peccato contro il settimo comandamento non basta che se ne confessi, ma bisogna che faccia quello che può per restituire la roba d'altri e risarcire i danni.

L'ottavo comandamento

292. Che cosa ci proibisce l'ottavo comandamento: Non dire falsa testimonianza?

L'ottavo comandamento: Non dire falsa testimonianza, ci proibisce di attestare il falso in giudizio: e proibisce anche la detrazione o mormorazione, la calunnia, l'adulazione, il giudizio e il sospetto temerario e ogni sorta di bugia.

293. Che cos'è la detrazione o mormorazione?

La detrazione o mormorazione è un peccato che consiste nel manifestare, senza giusto motivo, i peccati e difetti altrui.

294. Che cos'è la calunnia?

La calunnia è un peccato che consiste nell'attribuire malignamente al prossimo colpe e difetti che non ha.

295. Che cos'è l'adulazione?

L'adulazione è un peccato che consiste nell'ingannare taluno col dire falsamente bene di lui o di altri, allo scopo di averne vantaggio.

296. Che cos'è il giudizio o sospetto temerario?

Il giudizio o sospetto temerario è un peccato che consiste nel giudicare o sospettar male degli altri senza un giusto fondamento.

297. Che cos'è la bugia?

La bugia è un peccato che consiste nell'asserire per vero o per falso, con parole o con fatti, ciò che non si crede tale.

298. Di quante specie è la bugia?

La bugia è di tre specie: giocosa, officiosa e dannosa.

299. Qual è la bugia giocosa?

La bugia giocosa è quella con cui si mente per gioco, e senza pregiudizio di alcuno.

300. Qual è la bugia officiosa?

La bugia officiosa è l'asserzione del falso per la propria o per l'altrui utilità, senza pregiudizio di alcuno.

301. Qual è la bugia dannosa?

La bugia dannosa è l'asserzione del falso con pregiudizio del prossimo.

302. È mai lecito dir la bugia?

Non è mai lecito dir la bugia né per gioco, né per proprio, né per altrui vantaggio, essendo cosa per se stessa cattiva.

303. Che peccato è la bugia?

La bugia quando è giocosa od officiosa è peccato veniale; quando poi è dannosa è peccato mortale, se il danno che reca è grave.

304. È necessario sempre dir tutto come si pensa?

Non è sempre necessario, specialmente quando chi interroga non ha il diritto di sapere ciò che domanda.

305. Chi ha peccato contro l'ottavo comandamento basta che se ne confessi?

Chi ha peccato contro l'ottavo comandamento non basta che se ne confessi, ma è obbligato anche a ritrattare quanto disse calunniando il prossimo, e a riparare, nel miglior modo che può, i danni che gli ha cagionato.

306. Che cosa ci ordina l'ottavo comandamento?

L'ottavo comandamento ci ordina di dire a tempo e luogo la verità, e di interpretare in bene, per quanto possiamo, le azioni del nostro prossimo.

Il decimo comandamento

307. Che cosa ci proibisce il decimo comandamento: Non desiderare la roba d'altri?

Il decimo comandamento: Non desiderare la roba d'altri, proibisce il desiderio di privare altri della sua roba e il desiderio di acquistare roba con mezzi ingiusti.

308. Perché Dio proibisce anche il desiderio della roba altrui?

Dio ci proibisce i desideri sregolati della roba altrui, perché Egli vuole che noi anche internamente siamo giusti e ci teniamo sempre più lontani dalle opere ingiuste.

309. Il decimo comandamento che cosa ci ordina?

Il decimo comandamento ci ordina di contentarci dello stato in cui Dio ci ha posti e di soffrire con pazienza la povertà, quando Dio ci voglia in tale stato.

310. Come può il cristiano essere contento nello stato di povertà?

Il cristiano può essere contento anche nello stato di povertà, considerando che massimo bene è la coscienza pura e tranquilla, che la nostra vera patria è il cielo, e che Gesù Cristo si fece povero per amor nostro e ha promesso un premio speciale a tutti quelli che sopportano con pazienza la povertà.

I precetti della Chiesa

311. Oltre i comandamenti di Dio che altro dobbiamo osservare?

Oltre i comandamenti di Dio noi dobbiamo osservare i precetti della Chiesa.

312. È peccato trasgredire un precetto della Chiesa?

Il trasgredire avvertitamente un precetto della Chiesa in materia grave è peccato mortale.

313. Quanti e quali sono i precetti della Chiesa?

I precetti della Chiesa sono cinque:

1º Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate.

2º Santificare i giorni di penitenza, secondo le disposizioni della Chiesa.

3º Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.

4º Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi o le usanze.

5º Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti.

314. Che cosa ci ordina il primo precetto o comandamento della Chiesa: Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate?

Il primo precetto della Chiesa: Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate, ci ordina di assistere con devozione alla santa Messa in tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto.

315. A che cosa serve il digiuno?

Il digiuno serve a meglio disporci all'orazione, a fare penitenza dei peccati commessi e preservarci dal commetterne dei nuovi.

316. Perché la Chiesa dice che ci confessiamo almeno una volta all'anno?

La Chiesa dice: almeno, per farci conoscere il suo desiderio che ci accostiamo più spesso ai santi sacramenti.

317. Perché si dice che ci comunichiamo almeno a Pasqua?

Perché la Chiesa desidera vivamente che non solo alla Pasqua di Risurrezione, ma il più spesso possibile ci accostiamo alla santa Comunione, che è il divino nutrimento delle anime nostre.

PARTE QUARTA

I SACRAMENTI

I sacramenti in generale

318. Che cosa si intende con la parola sacramento?

Con la parola sacramento si intende un segno sensibile ed efficace della grazia, istituito da Gesù Cristo per santificare le nostre anime.

319. Perché chiamate i sacramenti segni sensibili ed efficaci della grazia?

Chiamo i sacramenti segni sensibili ed efficaci della grazia, perché tutti i sacramenti significano, per mezzo di cose sensibili, la grazia divina che essi producono nella nostra anima.

320. Quanti e quali sono i sacramenti?

I sacramenti sono sette: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Unzione degli infermi, Ordine Sacro, Matrimonio.

321. Quante cose si richiedono per fare un sacramento?

Per fare un sacramento si richiedono la materia, la forma e il ministro, il quale abbia l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa.

322. Che cos'è la materia dei sacramenti?

La materia dei sacramenti è la cosa sensibile che si adopera per farlo: come per esempio l'acqua naturale nel Battesimo; l'olio e il balsamo nella Cresima.

323. Che cos'è la forma dei sacramenti?

La forma dei sacramenti sono le parole che si proferiscono per farlo.

324. Chi è il ministro dei sacramenti?

Il ministro dei sacramenti è la persona che fa o conferisce il sacramento.

325. Che cos'è la grazia?

La grazia di Dio è un dono interno, soprannaturale, che ci vien dato senza alcun merito nostro, ma per i meriti di Gesù Cristo in ordine alla vita eterna.

326. Come si distingue la grazia?

La grazia si distingue in grazia santificante, che si chiama anche abituale, e in grazia attuale.

327. Che cos'è la grazia santificante?

La grazia santificante è un dono soprannaturale inerente all'anima nostra, che ci rende giusti, figli adottivi di Dio ed eredi del paradiso.

328. Di quante specie è la grazia santificante?

La grazia santificante è di due specie: grazia prima e grazia seconda.

329. Qual è la grazia prima?

La grazia prima è quella per cui l'uomo passa dallo stato di peccato mortale allo stato di giustizia.

330. E la grazia seconda qual è?

La grazia seconda è un accrescimento della grazia prima.

331. Che cos'è la grazia attuale?

La grazia attuale è un dono soprannaturale che illumina la nostra mente e muove e conforta la nostra volontà, affinché noi operiamo il bene e ci asteniamo dal male.

332. I sacramenti, oltre la grazia santificante, ci conferiscono altra grazia?

I sacramenti, oltre la grazia santificante, conferiscono anche la grazia sacramentale.

333. I sacramenti danno sempre la grazia a chi li riceve?

I sacramenti danno sempre la grazia, purché si ricevano con le necessarie disposizioni.

334. Chi ha dato ai sacramenti la virtù di conferire la grazia?

La virtù di conferire la grazia l'ha data ai sacramenti Gesù Cristo con la sua passione e morte.

335. Quali sono i sacramenti che conferiscono la prima grazia santificante?

I sacramenti che conferiscono la prima grazia santificante, che ci rende amici di Dio, sono due: il Battesimo e la Penitenza.

336. Come si chiamano perciò questi due sacramenti?

Questi due sacramenti, cioè il Battesimo e la Penitenza, si chiamano sacramenti dei morti, perché sono istituiti principalmente per ridare alle anime morte per il peccato la vita della grazia.

337. Quali sono i sacramenti che accrescono la grazia in chi la possiede?

I sacramenti che accrescono la grazia in chi la possiede sono gli altri cinque: la Cresima, l'Eucaristia, l'Unzione degli infermi, l'Ordine Sacro e il Matrimonio, i quali conferiscono la grazia seconda.

338. Come si chiamano perciò questi cinque sacramenti?

Questi cinque sacramenti, cioè la Cresima, l'Eucaristia, l'Unzione degli infermi, l'Ordine Sacro e il Matrimonio si chiamano sacramenti dei vivi, perché quelli che li ricevono devono essere senza peccato mortale, cioè già vivi alla grazia santificante.

339. Quale peccato commette chi riceve uno dei sacramenti dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio?

Chi riceve uno dei sacramenti dei vivi, sapendo di non essere in grazia di Dio, commette un grave sacrilegio.

340. Qual è il più grande di tutti i sacramenti?

Il più grande di tutti i sacramenti è quello dell'Eucaristia, perché contiene non solo la grazia, ma anche Gesù Cristo, autore della grazia e dei sacramenti.

341. Quali sacramenti si possono ricevere una volta sola?

I sacramenti che si possono ricevere una volta sola sono tre: il Battesimo, la Cresima e l'Ordine Sacro.

342. Perché i tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro si possono ricevere una volta sola?

I tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro si possono ricevere una volta sola, perché ciascuno di essi imprime il carattere.

343. Che cos'è il carattere che ciascuno dei tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro imprime nell'anima?

Il carattere che ciascuno dei tre sacramenti, Battesimo, Cresima e Ordine Sacro imprime nell'anima è un segno spirituale, che non si cancella mai più.

344. A che serve il carattere che imprimono nell'anima questi tre sacramenti?

Il carattere che imprimono nell'anima questi tre sacramenti serve per contrassegnarci nel Battesimo come membri di Gesù Cristo, nella Cresima come suoi soldati, nell'Ordine Sacro come suoi ministri.

Il Battesimo

345. Che cos'è il sacramento del Battesimo?

Il Battesimo è il sacramento per il quale rinasciamo alla grazia di Dio e diventiamo cristiani.

346. Quali sono gli effetti del sacramento del Battesimo?

Il sacramento del Battesimo conferisce la prima grazia santificante per la quale si cancella il peccato originale, e anche l'attuale se vi è; rimette tutta la pena per essi dovuta; imprime il carattere di cristiani; ci fa figli di Dio, membri della Chiesa ed eredi del paradiso, e ci rende capaci di ricevere gli altri sacramenti.

347. Qual è la materia del Battesimo?

La materia del Battesimo è l'acqua naturale.

348. Qual è la forma del Battesimo?

La forma del Battesimo è questa: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

349. Il Battesimo è necessario per salvarsi?

Il Battesimo è necessario per salvarsi, avendo detto espressamente il Signore: Chi non rinascerà nell'acqua e nello Spirito Santo non potrà entrare nel regno dei cieli.

349a. Si può essere salvati senza Battesimo?

Poiché Cristo è morto per la salvezza di tutti, possono essere salvati anche senza Battesimo quanti muoiono a causa della fede (Battesimo di sangue), i catecumeni, e anche tutti coloro che sotto l'impulso della grazia, senza conoscere Cristo e la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la sua volontà (Battesimo di desiderio). Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa nella sua liturgia li affida alla misericordia di Dio.
(Catechismo della Chiesa Cattolica - Compendio, 262)

350. Chi riceve il Battesimo a che cosa resta obbligato?

Chi riceve il Battesimo resta obbligato a professare sempre la fede, e a osservare la legge di Gesù Cristo e della sua Chiesa.

351. A che cosa si rinuncia nel ricevere il santo Battesimo?

Nel ricevere il santo Battesimo si rinuncia per sempre al demonio, alle sue opere, e alle sue pompe.

352. Che cosa si intende per le opere e per le pompe del demonio?

Per opere e pompe del demonio si intendono i peccati, e le massime del mondo contrarie alle massime del santo Vangelo.

353. Perché si impone il nome di un Santo a colui che si battezza?

A colui che si battezza si impone il nome di un Santo per porlo sotto la speciale protezione di un celeste patrono e animarlo a imitarne gli esempi.

354. Siamo obbligati a stare a quelle promesse e rinunzie che hanno fatto per noi i nostri padrini?

Siamo obbligati senza dubbio a stare alle promesse e alle rinunzie che hanno fatto per noi i nostri padrini, perché Dio non ci ha ricevuti nella sua grazia che a queste condizioni.

La Cresima o Confermazione

355. Che cos'è il sacramento della Cresima?

La Cresima è un sacramento che ci dà lo Spirito Santo, imprime nella nostra anima il carattere di soldato di Gesù Cristo, e ci fa perfetti cristiani.

356. In quale maniera il sacramento della Cresima ci fa perfetti cristiani?

La Cresima ci fa perfetti cristiani, perché ci conferma nella fede e perfeziona le altre virtù e i doni che abbiamo ricevuto nel santo Battesimo; e perciò si chiama Confermazione.

357. Qual è la materia di questo sacramento?

La materia di questo sacramento è il sacro Crisma.

358. Che cos'è il sacro Crisma?

Il sacro Crisma è olio mischiato con balsamo, che il Vescovo ha consacrato il giovedì santo.

359. Qual è la forma del sacramento della Cresima?

La forma del sacramento della Cresima è questa: Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono.

360. Quali disposizioni si richiedono per ricevere degnamente il sacramento della Cresima?

Per ricevere degnamente il sacramento della Cresima bisogna essere in grazia di Dio, sapere i misteri principali della nostra fede e accostarvisi con riverenza e devozione.

361. Che cosa deve fare il cristiano per conservare la grazia della Cresima?

Per conservare la grazia della Cresima il cristiano deve pregare spesso, fare buone opere, e vivere secondo la legge di Gesù Cristo, senza rispetti umani.

L'Eucaristia

La natura di questo sacramento e la presenza reale di Gesù Cristo nel medesimo

362. Che cos'è il sacramento dell'Eucaristia?

L'Eucaristia è un sacramento nel quale per l'ammirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo di Gesù Cristo e di quella del vino nel suo prezioso Sangue, si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del medesimo nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie del pane e del vino per essere nostro nutrimento spirituale.

363. Nell'Eucaristia vi è lo stesso Gesù Cristo che è in cielo e che nacque in terra dalla santissima Vergine?

Sì, nell'Eucaristia vi è lo stesso Gesù Cristo che è in cielo e che nacque in terra dalla santissima Vergine.

364. Qual è la materia del sacramento dell'Eucaristia?

La materia del sacramento dell'Eucaristia è quella adoperata da Gesù Cristo, cioè il pane di frumento e il vino di vite.

365. Qual è la forma del sacramento dell'Eucaristia?

La forma del sacramento dell'Eucaristia consiste nelle parole usate da Gesù Cristo:

questo è il mio Corpo; questo è il mio Sangue.

366. Che cos'è l'ostia prima della consacrazione?

L'ostia prima della consacrazione è pane.

367. Dopo la consacrazione che cos'è l'ostia?

Dopo la consacrazione l'ostia è il vero Corpo di nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie del pane.

368. Nel calice prima della consacrazione che cosa vi è?

Nel calice prima della consacrazione vi è del vino con alcune gocce d'acqua.

369. Dopo la consacrazione che cosa vi è nel calice?

Dopo la consacrazione nel calice vi è il vero Sangue di nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie del vino.

370. Quando avviene la conversione del pane nel Corpo, e del vino nel Sangue di Gesù Cristo?

La conversione del pane nel Corpo, e del vino nel Sangue di Gesù Cristo avviene nell'atto stesso in cui il sacerdote, nella santa Messa, pronuncia le parole della consacrazione.

371. Che cos'è la consacrazione?

La consacrazione è la rinnovazione, per mezzo del sacerdote, del miracolo operato da Gesù Cristo nell'ultima Cena di mutare il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue adorabile, dicendo: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue.

372. Come è chiamata dalla Chiesa la miracolosa conversione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo?

La miracolosa conversione, che ogni giorno si opera sui nostri altari, è chiamata dalla Chiesa transustanziazione.

373. Chi ha dato tanta virtù alle parole della consacrazione?

Ha dato tanta virtù alle parole della consacrazione lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, il quale è Dio onnipotente.

374. Dopo la consacrazione non resta niente del pane e del vino?

Dopo la consacrazione restano soltanto le specie del pane e del vino.

375. Che cosa sono le specie del pane e del vino?

Le specie sono la quantità e le qualità sensibili del pane e del vino, come la figura, il colore, il sapore.

376. Sotto le specie del pane vi è solo il Corpo di Gesù Cristo, e sotto le specie del vino vi è solo il suo Sangue?

Tanto sotto le specie del pane, quanto sotto le specie del vino vi è tutto Gesù Cristo vivente, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

377. Mi sapreste dire perché tanto nell'ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo?

Tanto nell'ostia, quanto nel calice, vi è tutto Gesù Cristo, perché egli è nell'Eucaristia vivo e immortale come in cielo; perciò dove è il suo Corpo vi è anche il Sangue, l'Anima e la Divinità, e dove è il Sangue, vi è anche il Corpo, l'Anima e la Divinità, essendo tutto questo inseparabile in Gesù Cristo.

378. Quando Gesù è nell'ostia cessa di essere in cielo?

Quando Gesù è nell'ostia non cessa di essere in cielo, ma si trova nel medesimo tempo in cielo e nel Santissimo Sacramento.

379. Quando si rompe l'ostia si rompe il Corpo di Gesù Cristo?

Quando si rompe l'ostia non si rompe il Corpo di Gesù Cristo, ma si rompono solamente le specie del pane.

380. In quale parte dell'ostia resta il Corpo di Gesù Cristo?

Il Corpo di Gesù Cristo resta intero in tutte le parti nelle quali l'ostia è stata divisa.

381. Gesù Cristo è tanto in un'ostia grande quanto nella particella di un'ostia?

Tanto in un'ostia grande quanto nella particella di un'ostia vi è il medesimo Gesù Cristo.

382. Per quale motivo si conserva nelle chiese la santissima Eucaristia?

La santissima Eucaristia si conserva nelle chiese affinché sia adorata dai fedeli, e portata agli infermi secondo il bisogno.

383. Si deve adorare l'Eucaristia?

L'Eucaristia si deve adorare da tutti, perché contiene veramente, realmente e sostanzialmente lo stesso nostro Signore Gesù Cristo.

L'istituzione e gli effetti del sacramento dell'Eucaristia

384. Quando Gesù Cristo ha istituito il sacramento dell'Eucaristia?

Gesù Cristo ha istituito il sacramento dell'Eucaristia nell'ultima Cena, che fece con i suoi discepoli la sera prima della sua passione.

385. Perché Gesù Cristo ha istituito la santissima Eucaristia?

Gesù Cristo ha istituito la santissima Eucaristia per tre principali ragioni:

1º Perché sia sacrificio della nuova legge.

2º Perché sia cibo dell'anima nostra.

3º Perché sia un perpetuo memoriale della sua passione e morte, e un pegno prezioso del suo amore verso di noi, e della vita eterna.

386. Quali effetti produce in noi la santissima Eucaristia?

Gli effetti principali che la santissima Eucaristia produce in chi la riceve degnamente sono questi: 1º conserva e accresce la vita dell'anima che è la grazia, come il cibo materiale sostiene e accresce la vita del corpo; 2º rimette i peccati veniali e preserva dai mortali; 3º produce consolazione spirituale.

387. La santissima Eucaristia non produce in noi altri effetti?

Sì, la santissima Eucaristia produce in noi altri tre effetti, cioè: 1º indebolisce le nostre passioni, e in particolare smorza in noi le fiamme della concupiscenza; 2º accresce in noi il fervore della carità verso Dio e verso il prossimo e ci aiuta a operare in uniformità ai desideri di Gesù Cristo; 3º ci dà un pegno della gloria futura.

Le disposizioni necessarie per ben comunicarsi

388. Il sacramento dell'Eucaristia produce sempre in noi i suoi meravigliosi effetti?

Il sacramento dell'Eucaristia produce in noi i suoi meravigliosi effetti quando si riceve con le dovute disposizioni.

389. Quante cose sono necessarie per fare una buona Comunione?

Per fare una buona Comunione sono necessarie tre cose: 1º essere in grazia di Dio; 2º osservare il digiuno eucaristico; 3º sapere che cosa si va a ricevere e accostarsi alla santa Comunione con devozione.

390. Che cosa vuol dire essere in grazia di Dio?

Essere in grazia di Dio vuol dire: avere la coscienza pura e monda da ogni peccato mortale.

391. Chi sa di essere in peccato mortale, che cosa deve fare prima di comunicarsi?

Chi sa di essere in peccato mortale deve prima di comunicarsi fare una buona confessione; non bastando l'atto di contrizione perfetta, senza la confessione, a chi è in peccato mortale per comunicarsi come conviene.

392. Chi si comunicasse in peccato mortale riceverebbe Gesù Cristo?

Chi si comunicasse in peccato mortale riceverebbe Gesù Cristo, ma non la sua grazia, anzi commetterebbe un orribile sacrilegio.

393. In che consiste il digiuno eucaristico?

Il digiuno eucaristico consiste nell'astenersi da ogni cibo e da ogni bevanda tranne l'acqua per un'ora almeno prima della Comunione.

394. Che cosa vuol dire: sapere ciò che si va a ricevere?

Sapere ciò che si va a ricevere, vuol dire: conoscere quelle cose che si insegnano intorno a questo sacramento nella Dottrina cristiana, e crederle fermamente.

395. Che cosa vuol dire: comunicarsi con devozione?

Comunicarsi con devozione, vuol dire accostarsi alla santa Comunione con umiltà e modestia, sia nella persona, come nel vestito; e fare la preparazione prima e il ringraziamento dopo la santa Comunione.

396. In che consiste la preparazione prima della Comunione?

La preparazione prima della Comunione consiste nel trattenersi per qualche tempo a considerare chi andiamo a ricevere e chi siamo noi; e nel fare atti di fede, di speranza, di carità, di contrizione, di adorazione, di umiltà e di desiderio di ricevere Gesù Cristo.

397. In che consiste il ringraziamento dopo la Comunione?

Il ringraziamento dopo la Comunione consiste nel trattenerci raccolti ad onorare dentro di noi stessi il Signore; rinnovando gli atti di fede, di speranza, di carità, di adorazione, di ringraziamento, di offerta e di domanda, soprattutto di quelle grazie che maggiormente sono necessarie per noi e per coloro per i quali siamo obbligati a pregare.

398. Dopo la santa Comunione quanto tempo resta in noi Gesù Cristo?

Dopo la santa Comunione Gesù Cristo resta in noi con la sua grazia finché non si pecca mortalmente; e con la sua reale presenza resta in noi finché non si sono consumate le specie sacramentali.

La santa Messa

L'essenza, l'istituzione e i fini del santo sacrificio della Messa

399. L'Eucaristia si deve considerare solamente come sacramento?

L'Eucaristia, oltre essere sacramento, è anche il sacrificio permanente della nuova legge, che Gesù Cristo lasciò alla sua Chiesa, da offrirsi a Dio per mano dei suoi sacerdoti.

400. Che cos'è la santa Messa?

La santa Messa è il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo offerto sui nostri altari sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio della Croce.

401. Il sacrificio della Messa è il medesimo della Croce?

Il sacrificio della Messa è sostanzialmente il medesimo della Croce in quanto lo stesso Gesù Cristo, che si è offerto sulla Croce, è quello che si offre per mano dei sacerdoti, suoi ministri, sui nostri altari; ma in quanto al modo con cui viene offerto il sacrificio della Messa differisce dal sacrificio della Croce, pur ritenendo con questo la più intima ed essenziale relazione.

402. Quale differenza e relazione vi è tra il sacrificio della Messa e quello della Croce?

Tra il sacrificio della Messa e quello della Croce vi è questa differenza e relazione: che Gesù Cristo sulla Croce si offrì spargendo il suo sangue e meritando per noi; invece sugli altari Egli si sacrifica senza spargimento di sangue e ci applica i frutti della sua passione e morte.

403. Quale altra relazione ha il sacrificio della Messa con quello della Croce?

Un'altra relazione del sacrificio della Messa con quello della Croce è che il sacrificio della Messa rappresenta in modo sensibile lo spargimento del sangue di Gesù Cristo sulla Croce; perché in virtù delle parole della consacrazione si rende presente sotto le specie del pane il solo Corpo, e sotto le specie del vino il solo Sangue del nostro Salvatore; sebbene per naturale concomitanza e per l'unione ipostatica sia presente sotto ciascuna delle specie Gesù Cristo vivo e vero.

404. Non è forse il sacrificio della Croce l'unico sacrificio della nuova legge?

Il sacrificio della Croce è l'unico sacrificio della nuova legge, inquantoché per esso il Signore placò la Divina Giustizia, acquistò tutti i meriti necessari a salvarci, e così compì da parte sua la nostra redenzione. Questi meriti però Egli ci applica pei mezzi da lui istituiti nella sua Chiesa, tra i quali è il santo sacrificio della Messa.

405. Per quali fini si offre il sacrificio della santa Messa?

Il sacrificio della santa Messa si offre a Dio per quattro fini: 1º per onorarlo come si conviene, e per questo si chiama latreutico; 2º per ringraziarlo dei suoi benefici, e per questo si chiama eucaristico; 3º per placarlo, per dargli la dovuta soddisfazione dei nostri peccati e per suffragare le anime del purgatorio; e per questo si chiama propiziatorio; 4º per ottenere tutte le grazie che ci sono necessarie, e per questo si chiama impetratorio.

406. Chi è che offre a Dio il sacrificio della santa Messa?

Il primo e principale offerente del sacrificio della santa Messa è Gesù Cristo, e il sacerdote è il ministro che in nome di Gesù Cristo offre lo stesso sacrificio all'Eterno Padre.

407. Chi ha istituito il sacrificio della santa Messa?

Il sacrificio della santa Messa lo istituì Gesù Cristo medesimo quando istituì il sacramento dell'Eucaristia; e disse che si facesse in memoria della sua passione.

408. A chi si offre la santa Messa?

La santa Messa si offre a Dio solo.

409. Se la santa Messa si offre a Dio solo, perché si celebrano tante Messe in onore della santissima Vergine e dei Santi?

La Messa celebrata in onore della Vergine e dei Santi è sempre un sacrificio offerto a Dio solo: si dice però celebrata in onore della santissima Vergine e dei Santi per ringraziare Dio dei doni che loro ha fatto e ottenere da Lui con la loro intercessione più abbondantemente le grazie di cui abbiamo bisogno.

410. Chi partecipa dei frutti della Messa?

Tutta la Chiesa partecipa dei frutti della Messa, ma particolarmente: 1º il sacerdote e quelli che assistono alla Messa, i quali si considerano uniti al sacerdote; 2º quelli per cui si applica la Messa, che possono essere sia vivi che defunti.

Il modo di assistere alla santa Messa

411. Quali cose sono necessarie per ascoltare bene e con frutto la santa Messa?

Per ascoltare bene e con frutto la santa Messa sono necessarie due cose: 1º la modestia della persona; 2º la devozione del cuore.

412. In che consiste la modestia della persona?

La modestia della persona consiste nell'essere modestamente vestito e nell'osservare silenzio e raccoglimento.

413. Nell'ascoltare la santa Messa qual è il miglior modo di praticare la devozione del cuore?

Il miglior modo di praticare la devozione del cuore nell'ascoltare la santa Messa è il seguente:

1º Unire da principio la propria intenzione a quella del sacerdote, offrendo a Dio il santo sacrificio per i fini per i quali è stato istituito.

2º Accompagnare il sacerdote in ciascuna preghiera e azione del sacrificio.

3º Meditare la passione e morte di Gesù Cristo e detestare di cuore i peccati che ne sono stati la cagione.

4º Fare la Comunione sacramentale.

La Penitenza

La Penitenza in generale

414. Che cos'è il sacramento della Penitenza?

La Penitenza, detta anche Confessione, è il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo.

415. Quando Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza?

Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza il giorno della sua risurrezione, quando entrato nel cenacolo solennemente diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati.

416. Come Gesù Cristo diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati?

Gesù Cristo diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati, soffiando sopra di loro, e dicendo: Ricevete lo Spirito Santo: i peccati di coloro ai quali voi li rimetterete, saranno rimessi; ed i peccati di coloro ai quali voi li riterrete, saranno ritenuti.

417. Qual è la materia del sacramento della Penitenza?

La materia del sacramento della Penitenza si distingue in remota e prossima. La materia remota è costituita dai peccati commessi dal penitente dopo il Battesimo, e la materia prossima sono gli atti del penitente stesso, cioè la contrizione, l'accusa e la soddisfazione.

418. Qual è la forma del sacramento della Penitenza?

La forma del sacramento della Penitenza è questa: Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

419. Quante sono le parti del sacramento della Penitenza?

Le parti del sacramento della Penitenza sono: la contrizione, la confessione e la soddisfazione del penitente, e l'assoluzione del sacerdote.

420. Che cos'è la contrizione, ossia il dolore dei peccati?

La contrizione, ossia il dolore dei peccati, è un dispiacere dell'animo, per il quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire.

421. In che consiste la confessione dei peccati?

La confessione consiste in un'accusa distinta dei nostri peccati fatta al confessore per averne l'assoluzione e la penitenza.

422. Che cos'è la soddisfazione o penitenza?

La soddisfazione o penitenza è quella preghiera o altra opera buona, che il confessore ingiunge al penitente in espiazione dei suoi peccati.

423. Che cos'è l'assoluzione?

L'assoluzione è la sentenza che il sacerdote pronunzia in nome di Gesù Cristo per rimettere i peccati al penitente.

Gli effetti e la necessità del sacramento della Penitenza e le disposizioni per ben riceverlo

424. Quali sono gli effetti del sacramento della Penitenza?

Il sacramento della Penitenza conferisce la grazia santificante con la quale sono rimessi i peccati mortali e anche i veniali che si sono confessati e dei quali si ha dolore; commuta la pena eterna nella temporale, della quale viene anche rimesso più o meno secondo le disposizioni; restituisce i meriti delle buone opere fatte prima di commettere il peccato mortale; dà all'anima aiuti opportuni per non ricadere nella colpa, e ridona la pace alla coscienza.

425. Il sacramento della Penitenza è necessario a tutti per salvarsi?

Il sacramento della Penitenza è necessario per salvarsi a tutti quelli che dopo il Battesimo hanno commesso qualche peccato mortale.

426. È cosa buona confessarsi spesso?

Confessarsi spesso è cosa ottima, perché il sacramento della Penitenza oltre a cancellare i peccati dà le grazie opportune per evitarli in avvenire.

427. Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano?

Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano, purché si riceva con le dovute disposizioni.

428. Quante cose si richiedono per fare una buona confessione?

Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose: 1º esame di coscienza; 2º dolore di avere offeso Dio; 3º proponimento di non peccare più; 4º accusa dei propri peccati; 5º soddisfazione o penitenza.

L'esame

429. Che cos'è l'esame di coscienza?

L'esame di coscienza è una diligente ricerca dei peccati che si sono commessi, dopo l'ultima confessione ben fatta.

430. Come si fa l'esame di coscienza?

L'esame di coscienza si fa col richiamare diligentemente alla memoria, innanzi a Dio, tutti i peccati commessi, mai confessati, in pensieri, parole, opere e omissioni, contro i comandamenti di Dio e della Chiesa, e gli obblighi del proprio stato.

431. Sopra quali altre cose dobbiamo esaminarci?

Dobbiamo esaminarci anche sopra le abitudini cattive e sopra le occasioni di peccato.

432. Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati?

Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati mortali.

433. Che cosa si richiede perché un peccato sia mortale?

Perché un peccato sia mortale si richiedono tre cose: materia grave, piena avvertenza, e perfetto consenso della volontà.

434. Come si può facilitare l'esame per la confessione?

Si facilita l'esame per la confessione col fare ogni sera l'esame di coscienza sulle azioni della giornata.

Il dolore

435. Che cos'è il dolore dei peccati?

Il dolore dei peccati consiste in un dispiacere e in una sincera detestazione dell'offesa fatta a Dio.

436. Di quante specie è il dolore?

Il dolore è di due specie: perfetto, ossia di contrizione; imperfetto, ossia di attrizione.

437. Qual è il dolore perfetto o di contrizione?

Il dolore perfetto è il dispiacere di avere offeso Dio, perché infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato.

438. Qual è il dolore imperfetto o di attrizione?

Il dolore imperfetto o di attrizione è quello per cui ci pentiamo di avere offeso Dio, come sommo Giudice, cioè per timore dei castighi meritati in questa o nell'altra vita o per la stessa bruttezza del peccato.

439. Quali condizioni deve avere il dolore per essere buono?

Il dolore per essere buono deve avere quattro condizioni: deve essere interno, soprannaturale, sommo e universale.

440. Che cosa vuol dire che il dolore deve essere interno?

Vuol dire che deve essere nel cuore e nella volontà e non nelle sole parole.

441. Che cosa vuol dire che il dolore deve essere soprannaturale?

Vuol dire che deve essere eccitato in noi dalla grazia del Signore e concepito per motivi di fede.

442. Perché il dolore deve essere sommo?

Il dolore deve essere sommo perché dobbiamo riguardare e odiare il peccato come sommo di tutti i mali, essendo offesa di Dio sommo Bene.

443. Che cosa vuol dire che il dolore deve essere universale?

Vuol dire che deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi.

444. Perché il dolore deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi?

Perché chi non si pente anche di un solo peccato mortale rimane nemico di Dio.

Il proponimento

445. In che consiste il proponimento?

Il proponimento consiste in una volontà risoluta di non commettere mai più il peccato e di usare tutti i mezzi necessari per fuggirlo.

446. Quali condizioni deve avere il proponimento per essere buono?

Il proponimento, affinché sia buono, deve avere principalmente tre condizioni: deve essere assoluto, universale ed efficace.

447. Che cosa vuol dire: proponimento assoluto?

Vuol dire che il proponimento deve essere senza alcuna condizione di tempo, di luogo, o di persona.

448. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere universale?

Il proponimento deve essere universale, vuol dire che dobbiamo voler fuggire tutti i peccati mortali, tanto quelli già altre volte commessi, quanto altri che potremmo commettere.

449. Che cosa vuol dire: il proponimento deve essere efficace

Il proponimento deve essere efficace, vuol dire che bisogna avere una volontà risoluta di perdere prima ogni cosa che commettere un nuovo peccato, di fuggire le occasioni pericolose di peccare, di distruggere gli abiti cattivi, e di adempiere gli obblighi contratti in conseguenza dei nostri peccati.

450. Che cosa si intende per abito cattivo?

Per abito cattivo si intende la disposizione acquistata a cadere con facilità in quei peccati ai quali ci siamo assuefatti.

451. Che cosa si intende per occasioni pericolose di peccare?

Per occasioni pericolose di peccare si intendono tutte quelle circostanze di tempo, di luogo, di persone, o di cose che per propria natura, o per la nostra fragilità ci inducono a commettere il peccato.

L'accusa dei peccati

452. Di quali peccati siamo obbligati a confessarci?

Siamo obbligati a confessarci di tutti i peccati mortali; è bene però confessare anche i veniali.

453. Quali sono le condizioni che deve avere l'accusa dei peccati o confessione?

Le condizioni principali che deve avere l'accusa dei peccati sono cinque: deve essere umile, intera, sincera, prudente e breve.

454. Che cosa vuol dire: l'accusa deve esser umile?

L'accusa deve esser umile, vuol dire che il penitente deve accusarsi dinanzi al suo confessore, senza alterigia di animo o di parole, ma coi sentimenti di un reo, che riconosce la sua colpa e compare davanti al giudice.

455. Che cosa vuol dire: l'accusa dev'essere intera?

L'accusa dev'essere intera, vuol dire che si devono manifestare con le loro circostanze e nel loro numero tutti i peccati mortali commessi dopo l'ultima confessione ben fatta e dei quali si ha coscienza.

456. Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona confessione?

Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona confessione purché abbia usato la debita diligenza per ricordarsene.

457. Se un peccato mortale dimenticato nella confessione torna poi in mente, siamo obbligati ad accusarcene in un'altra confessione?

Se un peccato mortale dimenticato nella confessione torna poi in mente, siamo obbligati senza dubbio ad accusarlo la prima volta che di nuovo ci confessiamo.

458. Chi per vergogna, o per qualche altro motivo tace colpevolmente nella confessione qualche peccato mortale, che cosa commette?

Colui che per vergogna o per qualche altro motivo tace colpevolmente qualche peccato mortale in confessione, profana il sacramento e perciò si fa reo di un gravissimo sacrilegio.

459. Che cosa vuol dire: l'accusa deve essere sincera?

L'accusa deve essere sincera, vuol dire che bisogna dichiarare i propri peccati quali sono, senza scusarli, diminuirli o accrescerli.

460. Che cosa vuol dire: la confessione deve essere prudente?

La confessione deve essere prudente, vuol dire che nel confessare i peccati dobbiamo servirci dei termini più modesti, e che dobbiamo guardarci dallo scoprire i peccati degli altri.

461. Che cosa significa: la confessione deve essere breve?

La confessione deve essere breve, significa che non dobbiamo dire niente d'inutile al confessore.

La soddisfazione o penitenza

462. Che cos'è la soddisfazione?

La soddisfazione, che chiamasi anche penitenza sacramentale, è uno degli atti del penitente, col quale egli dà un qualche risarcimento alla giustizia di Dio per i peccati commessi, eseguendo quelle opere che il confessore gli impone.

463. Perché nella confessione si ingiunge la penitenza?

La penitenza si ingiunge perché d'ordinario, dopo l'assoluzione sacramentale che rimette la colpa e la pena eterna, resta una pena temporale da scontarsi in questo mondo o nel purgatorio.

464. La penitenza che dà il confessore basta sempre a cancellare la pena che rimane dovuta ai peccati?

La penitenza che dà il confessore d'ordinario non basta per scontare la pena che rimane dovuta ai peccati; perciò bisogna procurare di supplire con altre penitenze volontarie.

465. Quali sono le opere di penitenza?

Le opere di penitenza si possono ridurre a tre specie: alla preghiera, al digiuno, all'elemosina.

466. Che cosa si intende per preghiera?

Per la preghiera si intende ogni sorta di esercizi di pietà.

467. Che cosa si intende per digiuno?

Per digiuno si intende ogni sorta di mortificazione.

468. Che cosa si intende per elemosina?

Per elemosina si intende qualunque opera di misericordia spirituale e corporale.

469. Quelli che muoiono dopo avere ricevuto l'assoluzione, ma prima d'avere pienamente soddisfatto alla giustizia di Dio, vanno subito in paradiso?

No; vanno in purgatorio per ivi soddisfare alla giustizia di Dio, e purificarsi interamente.

Le indulgenze

470. Che cos'è l'indulgenza?

L'indulgenza è la remissione della pena temporale dovuta per i nostri peccati, già rimessi quanto alla colpa; remissione che la Chiesa accorda fuori del sacramento della Penitenza.

471. In quale modo la Chiesa ci rimette la pena temporale per mezzo delle indulgenze?

La Chiesa ci rimette la pena temporale per mezzo delle indulgenze, applicandoci le soddisfazioni sovrabbondanti di Gesù Cristo, di Maria santissima, e dei Santi, le quali formano ciò che dicesi il tesoro della Chiesa.

472. Di quante specie sono le indulgenze?

Le indulgenze sono di due specie: l'indulgenza plenaria e l'indulgenza parziale.

473. Qual è l'indulgenza plenaria?

L'indulgenza plenaria è quella con cui ci viene rimessa tutta la pena temporale dovuta per i nostri peccati. Perciò se uno morisse dopo aver ricevuto tale indulgenza, andrebbe subito in paradiso, esente dalle pene del purgatorio.

474. Qual è l'indulgenza parziale?

L'indulgenza parziale è quella con la quale ci viene rimessa soltanto una parte della pena temporale dovuta per i nostri peccati.

475. Che conto dobbiamo fare delle indulgenze?

Delle indulgenze dobbiamo fare grandissimo conto, perché con esse si soddisfa alla giustizia di Dio e più presto e più facilmente si ottiene il possesso del cielo.

L'Unzione degli infermi

476. Che cos'è il sacramento dell'Unzione degli infermi?

L'Unzione degli infermi è il sacramento istituito a sollievo spirituale e anche corporale dei cristiani gravemente infermi.

477. Quali effetti produce il sacramento dell'Unzione degli infermi?

Il sacramento dell'Unzione degli infermi produce i seguenti effetti: 1º accresce la grazia santificante; 2º cancella i peccati veniali, e anche i mortali che l'infermo pentito non potesse più confessare; 3º toglie quella debolezza e languidezza per il bene, che rimane anche dopo aver ottenuto il perdono dei peccati; 4º dà la forza di sopportare pazientemente il male, di resistere alle tentazioni e di morire santamente; 5º aiuta a ricuperare la sanità del corpo, se sia utile alla salute dell'anima.

L'Ordine Sacro

478. Che cos'è il sacramento dell'Ordine Sacro?

L'Ordine Sacro è il sacramento che dà la potestà di esercitare i sacri ministeri che riguardano il culto di Dio e la salvezza delle anime, e che imprime nell'anima di chi lo riceve il carattere di ministro di Dio.

479. Perché si chiama Ordine?

Si chiama Ordine perché consiste in vari gradi, l'uno subordinato all'altro, dai quali risulta la sacra Gerarchia.

480. Quando Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale?

Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale nell'ultima Cena, quando conferì agli Apostoli e ai loro successori la potestà di consacrare la santissima Eucaristia. Il giorno poi della sua resurrezione conferì ai medesimi il potere di rimettere e di ritenere i peccati, costituendoli così i primi sacerdoti della nuova legge in tutta la pienezza della loro potestà.

481. È grande la dignità del Sacerdozio cristiano?

La dignità del Sacerdozio cristiano è grandissima per la doppia potestà che ad esso ha conferito Gesù Cristo sul suo Corpo reale e sul suo Corpo mistico, che è la Chiesa; e per la divina missione affidata ai sacerdoti di condurre tutti gli uomini alla vita eterna.

482. Il Sacerdozio cattolico è necessario nella Chiesa?

Il Sacerdozio cattolico è necessario nella Chiesa; perché senza di esso i fedeli sarebbero privi del santo sacrificio della Messa e della maggior parte dei sacramenti, non avrebbero chi li ammaestrasse nella fede, e resterebbero come pecore senza pastore in balia dei lupi, a dir breve non esisterebbe più la Chiesa come Gesù Cristo l'ha istituita.

483. Dunque il Sacerdozio cattolico non cesserà mai sulla terra?

Il Sacerdozio cattolico, nonostante la guerra che gli muove contro l'inferno, durerà fino alla fine dei secoli; avendo Gesù Cristo promesso che le potestà dell'inferno non prevarranno giammai contro la sua Chiesa.

484. È peccato disprezzare i sacerdoti?

È peccato gravissimo, perché il disprezzo e le ingiurie che si rivolgono contro i sacerdoti, ricadono sopra Gesù Cristo stesso, il quale ha detto ai suoi Apostoli: chi disprezza voi, disprezza me.

485. Quale deve essere il fine di chi abbraccia lo stato ecclesiastico?

Il fine di chi abbraccia lo stato ecclesiastico deve essere unicamente la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

486. Che cosa è necessario per entrare nello stato ecclesiastico?

Per entrare nello stato ecclesiastico è necessaria, prima di tutto, la vocazione divina.

487. Che cosa si deve fare per conoscere se Dio chiama allo stato ecclesiastico?

Per conoscere se Dio chiama allo stato ecclesiastico si deve: 1º pregare con fervore il Signore che manifesti qual è la sua volontà; 2º prendere consiglio dal proprio Vescovo o da un savio e prudente direttore; 3º esaminare con diligenza se si abbia l'abilità necessaria agli studi, ai ministeri, e agli obblighi di questo stato.

488. Chi entrasse nello stato ecclesiastico senza vocazione divina farebbe male?

Chi entrasse nello stato ecclesiastico senza vocazione divina farebbe un grave male e si metterebbe in pericolo di perdizione.

489. Quali sono i doveri dei fedeli verso coloro che sono chiamati agli Ordini sacri?

I fedeli devono:

1º lasciare ai loro figli e dipendenti piena libertà di seguire la vocazione di Dio;

2º pregare Dio che si degni di concedere alla sua Chiesa buoni pastori e zelanti ministri;

3º avere un singolare rispetto verso tutti quelli che sono, per mezzo degli Ordini, consacrati al servizio di Dio.

Il Matrimonio

490. Che cos'è il sacramento del Matrimonio?

Il Matrimonio è un sacramento, istituito da nostro Signore Gesù Cristo, che stabilisce una santa e indissolubile unione tra l'uomo e la donna, e dà loro la grazia di amarsi l'un l'altro santamente e di allevare cristianamente i figli.

491. Da chi fu istituito il Matrimonio?

Il Matrimonio fu istituito da Dio stesso nel paradiso terrestre, e nel nuovo Testamento fu elevato da Gesù Cristo alla dignità di sacramento.

492. Perché si dice che il vincolo del matrimonio è indissolubile?

Si dice che il vincolo del matrimonio è indissolubile ossia che non si può sciogliere se non per la morte di uno dei coniugi, perché così ha stabilito Dio fin da principio, e così ha solennemente proclamato nostro Signore Gesù Cristo.

493. Quali effetti produce il sacramento del Matrimonio?

Il sacramento del Matrimonio: 1º dà l'aumento della grazia santificante; 2º conferisce la grazia speciale per adempiere fedelmente tutti i doveri matrimoniali.

494. Che intenzione deve avere chi contrae matrimonio?

Chi contrae matrimonio deve avere l'intenzione: 1º di fare la volontà di Dio, che lo chiama a tale stato; 2º di operare in esso la salvezza della propria anima; 3º di allevare cristianamente i figli, se Dio concede di averne.

495. Quali sono le principali obbligazioni delle persone congiunte in matrimonio?

Le persone congiunte in matrimonio devono: 1º custodire inviolata la fedeltà coniugale e comportarsi sempre cristianamente in tutto; 2º amarsi scambievolmente, sopportandosi a vicenda con pazienza, e vivere in pace e concordia; 3º se hanno dei figli, pensare seriamente a provvederli secondo il bisogno; dar loro un'educazione cristiana; e lasciare ad essi la libertà di scegliere quello stato a cui da Dio sono chiamati.

496. Può l'autorità civile sciogliere col divorzio il vincolo del matrimonio cristiano?

No, il vincolo del matrimonio cristiano non può essere sciolto dall'autorità civile, perché questa non può ingerirsi in materia di sacramenti, e separare ciò che Dio ha congiunto.

497. Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile, in che condizione si troverebbero?

Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile sarebbero in stato di continuo peccato mortale, e la loro unione resterebbe sempre illegittima innanzi a Dio e alla Chiesa.

PARTE QUINTA

LE VIRTÙ PRINCIPALI E ALTRE COSE NECESSARIE A SAPERSI DAL CRISTIANO

Le virtù principali

Le virtù teologali

498. Che cos'è la virtù?

La virtù è una qualità dell'anima per la quale si ha propensione, facilità e prontezza a conoscere e operare il bene.

499. Quali sono le virtù teologali?

Le virtù teologali sono: la Fede, la Speranza e la Carità.

500. Perché la Fede, la Speranza e la Carità si chiamano virtù teologali?

La Fede, la Speranza e la Carità si chiamano virtù teologali, perché hanno Dio per oggetto immediato e principale, e ci sono infuse da Lui.

501. In quale modo le virtù teologali hanno Dio per oggetto immediato?

Le virtù teologali hanno Dio per oggetto immediato, perché con la Fede noi crediamo in Dio, e crediamo tutto ciò che Egli ha rivelato; con la Speranza speriamo di possedere Dio; con la Carità amiamo Dio e in Lui amiamo noi stessi e il prossimo.

502. Quand'è che Dio ci infonde nell'anima le virtù teologali?

Dio per sua bontà ci infonde nell'anima le virtù teologali quando ci adorna della sua grazia santificante, e perciò quando abbiamo ricevuto il Battesimo siamo stati arricchiti di queste virtù, e con esse, dei doni dello Spirito Santo.

La Fede

503. Che cos'è la Fede?

La Fede è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale noi, appoggiati all'autorità di Dio stesso, crediamo esser vero tutto quello che Egli ha rivelato, e che per mezzo della Chiesa ci propone a credere.

504. In quale maniera sappiamo le verità rivelate da Dio?

Noi sappiamo le verità rivelate da Dio per mezzo della santa Chiesa che è infallibile; cioè, per mezzo del Papa, successore di san Pietro e per mezzo dei Vescovi successori degli Apostoli, i quali furono ammaestrati da Gesù Cristo medesimo.

505. Siamo sicuri di quelle cose che la santa Chiesa ci insegna?

Di quelle cose che la santa Chiesa ci insegna noi siamo sicurissimi, perché Gesù Cristo ha impegnato la sua parola, che la Chiesa non si sarebbe mai ingannata.

506. Con quale peccato si perde la Fede?

La Fede si perde col negare o dubitare volontariamente anche di un solo articolo propostoci a credere.

507. Come si riacquista la Fede perduta?

La Fede perduta si riacquista col pentirsi del peccato commesso e col credere di nuovo tutto quello che crede la santa Chiesa.

508. Possiamo capire tutte le verità della Fede?

No, noi non possiamo capire tutte le verità della Fede, perché alcune di queste verità sono misteri.

509. Che cosa sono i misteri?

I misteri sono verità superiori alla ragione, che noi dobbiamo credere quantunque non le possiamo comprendere.

510. Perché dobbiamo credere i misteri?

Dobbiamo credere i misteri, perché li ha rivelati Dio, il quale essendo Verità e Bontà infinita, non può né ingannarsi né ingannare.

511. I misteri sono contrari alla ragione?

I misteri sono superiori, ma non contrari alla ragione; è anzi la stessa ragione che ci persuade ad ammettere i misteri.

512. Perché i misteri non possono essere contrari alla ragione?

I misteri non possono essere contrari alla ragione, perché è lo stesso Dio che ci ha dato il lume della ragione e rivelato i misteri, né Egli può contraddire se stesso.

513. Dove sono contenute le verità che Dio ha rivelato?

Le verità che Dio ha rivelato sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione.

514. Che cos'è la Sacra Scrittura?

La Sacra Scrittura è la collezione dei libri scritti dai Profeti e Agiografi, dagli Apostoli, e dagli Evangelisti per ispirazione dello Spirito Santo, e ricevuti dalla Chiesa come ispirati.

515. Che cos'è la Tradizione?

La Tradizione è la parola di Dio non scritta, ma comunicata a viva voce da Gesù Cristo e dagli Apostoli, e giunta inalterata, di secolo in secolo per mezzo della Chiesa fino a noi.

516. Dove sono contenuti gli insegnamenti della Tradizione?

Gli insegnamenti della Tradizione sono contenuti principalmente nei decreti dei Concili, negli scritti dei santi Padri, negli atti della Santa Sede, nelle parole e negli usi della sacra Liturgia.

La Speranza

517. Che cos'è la Speranza?

La Speranza è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale desideriamo e aspettiamo la vita eterna che Dio ha promesso ai suoi servi, e gli aiuti necessari per ottenerla.

518. Per quale motivo dobbiamo sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo?

Noi dobbiamo sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo, perché Dio misericordiosissimo, per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo, lo ha promesso a chi lo serve di cuore; ed essendo fedelissimo e onnipotente, mantiene sempre la sua promessa.

519. Quali sono le condizioni necessarie per ottenere il paradiso?

Le condizioni necessarie per ottenere il paradiso sono la grazia di Dio, l'esercizio delle buone opere e la perseveranza nel santo amore di Lui fino alla morte.

520. Come si perde la Speranza?

Si perde la Speranza ogni qual volta si perde la Fede: si perde anche per il peccato di disperazione o di presunzione.

521. Come si riacquista la Speranza perduta?

La Speranza perduta si riacquista col pentirsi del peccato commesso, eccitando di nuovo la fiducia nella bontà divina.

La Carità

522. Che cos'è la Carità?

La Carità è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale amiamo Dio per se stesso sopra ogni cosa, e il prossimo come noi stessi per amor di Dio.

523. Per quali motivi dobbiamo amare Dio?

Noi dobbiamo amare Dio perché Egli è il sommo Bene, infinitamente buono e perfetto; e inoltre per il comando che Egli ce ne fa, e per i tanti benefici che da Lui riceviamo.

524. Come si deve amare Dio?

Dio si deve amare sopra tutte le cose, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima e con tutte le forze.

525. Che cosa vuol dire amare Dio sopra tutte le cose?

Amare Dio sopra tutte le cose vuol dire preferirlo a tutte le creature più care e più perfette, ed essere disposti a perdere tutto piuttosto che offenderlo e cessare di amarlo.

526. Che cosa vuol dire amare Dio con tutto il cuore?

Amare Dio con tutto il cuore vuol dire consacrare a Lui tutti i nostri affetti.

527. Che cosa vuol dire amare Dio con tutta la mente?

Amare Dio con tutta la mente vuol dire indirizzare a Lui tutti i nostri pensieri.

528. Che cosa vuol dire amare Dio con tutta l'anima?

Amare Dio con tutta l'anima vuol dire consacrare a Lui l'uso di tutte le potenze della nostra anima.

529. Che cosa vuol dire amare Dio con tutte le nostre forze?

Amare Dio con tutte le nostre forze vuol dire procurare di crescere sempre più nell'amore di Lui e fare in modo che tutte le nostre azioni abbiano per motivo e per fine l'amore di Lui, e il desiderio di piacergli.

530. Perché dobbiamo amare il prossimo?

Noi dobbiamo amare il prossimo per amor di Dio, perché Egli ce lo comanda, e perché ogni uomo è immagine di Lui.

531. Siamo obbligati ad amare anche i nemici?

Sì, siamo obbligati ad amare anche i nemici, perché sono anch'essi nostro prossimo, e perché Gesù Cristo ce ne ha fatto un espresso comando.

532. Che cosa vuol dire amare il prossimo come se stesso?

Amare il prossimo come se stesso vuol dire desiderargli e fargli, per quanto si può, quel bene che dobbiamo desiderare a noi stessi, e non desiderargli né fargli alcun male.

533. Quand'è che noi amiamo noi stessi come si deve?

Noi amiamo noi stessi come si deve quando cerchiamo di servire Dio e mettere in Lui ogni nostra felicità.

534. Come si perde la Carità?

La Carità si perde con qualunque peccato mortale.

535. Come si riacquista la Carità?

La Carità si riacquista facendo atti di amor di Dio, pentendosi e confessandosi come si deve.

Le virtù cardinali

536. Quali sono le virtù cardinali?

Le virtù cardinali sono la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza.

537. Perché la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza si chiamano virtù cardinali?

La Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza si chiamano virtù cardinali, perché sono il cardine, e il fondamento delle virtù morali.

538. Che cos'è la Prudenza?

La Prudenza è la virtù che dirige ogni azione al debito fine, e perciò cerca i mezzi convenienti affinché l'opera riesca in tutto ben fatta, e quindi accetta al Signore.

539. Che cos'è la Giustizia?

La Giustizia è la virtù per cui diamo a ciascuno quello che gli si deve.

540. Che cos'è la Fortezza?

La Fortezza è la virtù che ci rende coraggiosi a non temere alcun pericolo, neppure la stessa morte, per servizio di Dio.

541. Che cos'è la Temperanza?

La Temperanza è la virtù per la quale raffreniamo i desideri disordinati dei piaceri sensibili, e usiamo con moderazione dei beni temporali.

I doni dello Spirito Santo

542. Quanti e quali sono i doni dello Spirito Santo?

I doni dello Spirito Santo sono sette: 1º il dono della Sapienza; 2º dell'Intelletto; 3º del Consiglio; 4º della Fortezza; 5º della Scienza; 6º della Pietà; 7º del Timor di Dio.

543. Che cos'è la Sapienza?

La Sapienza è un dono col quale noi alzando la mente da queste cose terrene e fragili, contempliamo le eterne, cioè l'eterna Verità che è Dio, gustando e amando Lui, nel quale consiste ogni nostro bene.

544. Che cos'è l'Intelletto?

L'Intelletto è un dono col quale ci viene facilitata, per quanto si può da uomo mortale, l'intelligenza delle verità della Fede e dei divini misteri, i quali col lume naturale dell'intelletto nostro non possiamo conoscere.

545. Che cos'è il Consiglio?

Il Consiglio è un dono col quale nei dubbi e incertezze dell'umana vita conosciamo ciò che torna più alla gloria di Dio, alla salvezza nostra e del prossimo.

546. Che cos'è la Fortezza?

La Fortezza è un dono che ci ispira valore e coraggio per osservare fedelmente la santa legge di Dio e della Chiesa, superando tutti gli ostacoli e gli assalti dei nostri nemici.

547. Che cos'è la Scienza?

La Scienza è un dono col quale giudichiamo rettamente delle cose create, e conosciamo il modo di ben usarle e indirizzarle all'ultimo fine che è Dio.

548. Che cos'è la Pietà?

La Pietà è un dono col quale veneriamo e amiamo Dio e i Santi, e conserviamo un animo pio e benevolo verso il prossimo per amor di Dio.

549. Che cos'è il Timor di Dio?

Il Timor di Dio è un dono che ci fa riverire Dio e temere di offendere la sua divina Maestà, e ci distoglie dal male incitandoci al bene.

Le Beatitudini evangeliche

550. Quante e quali sono le Beatitudini evangeliche?

Le Beatitudini evangeliche sono otto:

1ª Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

2ª Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

3ª Beati i miti, perché erediteranno la terra.

4ª Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

5ª Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

6ª Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

7ª Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

8ª Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

551. Chi sono i poveri in spirito, che Gesù Cristo chiama beati?

I poveri in spirito, secondo il Vangelo, sono quelli che hanno il cuore distaccato dalle ricchezze; ne fanno buon uso, se le posseggono; non le cercano con sollecitudine, se ne sono privi; ne soffrono con rassegnazione la perdita, se loro vengono tolte.

552. Chi sono gli afflitti, che sono detti beati?

Gli afflitti, che sono detti beati, sono coloro che soffrono rassegnati le tribolazioni, e che si affliggono per i peccati commessi, per i mali e per gli scandali che si vedono nel mondo, per la lontananza dal paradiso e per il pericolo di perderlo.

553. Chi sono i miti?

I miti sono quelli che trattano il prossimo con dolcezza, e ne soffrono con pazienza i difetti e i torti che da essi ricevono, senza lamentele, risentimenti o vendette.

554. Chi sono quelli che hanno fame e sete della giustizia?

Quelli che hanno fame e sete della giustizia sono coloro che desiderano ardentemente crescere sempre più nella divina grazia e nell'esercizio delle opere buone e virtuose.

555. Chi sono i misericordiosi?

I misericordiosi sono quelli che amano in Dio e per amor di Dio il loro prossimo, ne compassionano le miserie sia spirituali, che corporali, e cercano di sollevarlo secondo le loro forze e il loro stato.

556. Chi sono i puri di cuore?

I puri di cuore sono quelli che non hanno alcun affetto al peccato e ne stanno lontani, e schivano soprattutto ogni sorta di impurità.

557. Chi sono gli operatori di pace?

Gli operatori di pace sono quelli che conservano la pace col prossimo e con se stessi, e cercano di mettere la pace tra quelli che sono in discordia.

558. Chi sono i perseguitati per causa della giustizia?

I perseguitati per causa della giustizia sono coloro che sopportano con pazienza le derisioni, i rimproveri e le persecuzioni per causa della fede e della legge di Gesù Cristo.

559. Che cosa significano i diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini?

I diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini significano tutti, sotto diversi nomi, la gloria eterna del cielo.

560. Coloro che seguono le Beatitudini ne ricevono già qualche ricompensa in questa vita?

Sì, certamente, coloro che seguono le Beatitudini ne ricevono già qualche ricompensa anche in questa vita, perché già godono un'interna pace e contentezza, che è principio, benché imperfetto, dell'eterna felicità.

561. Quelli che seguono le massime del mondo possono dirsi felici?

No, quelli che seguono le massime del mondo non sono felici, perché non hanno la vera pace dell'anima, e corrono pericolo di dannarsi.

Le opere di misericordia

562. Quali sono le opere buone delle quali ci sarà domandato conto particolare nel giorno del Giudizio?

Le opere buone delle quali ci sarà domandato conto particolare nel giorno del Giudizio sono le opere di misericordia.

563. Che cosa si intende per opera di misericordia?

Opera di misericordia è quella con la quale si soccorre ai bisogni corporali o spirituali del nostro prossimo.

564. Quali sono le opere di misericordia corporale?

Le opere di misericordia corporale sono:

1ª Dar da mangiare agli affamati.

2ª Dar da bere agli assetati.

3ª Vestire gli ignudi.

4ª Alloggiare i pellegrini.

5ª Visitare gli infermi.

6ª Visitare i carcerati.

7ª Seppellire i morti.

565. Quali sono le opere di misericordia spirituale?

Le opere di misericordia spirituale sono:

1ª Consigliare i dubbiosi.

2ª Insegnare agli ignoranti.

3ª Ammonire i peccatori.

4ª Consolare gli afflitti.

5ª Perdonare le offese.

6ª Sopportare pazientemente le persone moleste.

7ª Pregare Dio per i vivi e per i morti.

I peccati e le loro specie principali

566. Quante specie di peccati vi sono?

Vi sono due specie di peccati: il peccato originale e il peccato attuale.

567. Qual è il peccato originale?

Il peccato originale è quello col quale tutti nasciamo, e che abbiamo contratto per la disubbidienza del nostro primo padre Adamo.

568. Quali danni ci ha cagionato il peccato di Adamo?

I danni del peccato di Adamo sono: la privazione della grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, la morte e tutte le altre miserie.

569. Come si cancella il peccato originale?

Il peccato originale si cancella col santo Battesimo.

570. Qual è il peccato attuale?

Il peccato attuale è quello che l'uomo, arrivato all'uso della ragione, commette con la sua libera volontà.

571. Quante specie di peccato attuale vi sono?

Vi sono due specie di peccato attuale: il mortale e il veniale.

572. Qual è il peccato mortale?

Il peccato mortale è una trasgressione della divina legge, per la quale si manca gravemente ai doveri verso Dio, verso il prossimo, verso noi stessi.

573. Perché si dice mortale?

Si dice mortale perché dà morte all'anima, col far perdere la grazia santificante, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita del corpo.

574. Quali danni fa all'anima il peccato mortale?

1º Il peccato mortale priva l'anima della grazia e dell'amicizia di Dio; 2º le fa perdere il paradiso; 3º la priva dei meriti acquistati, e la rende incapace di acquistarne dei nuovi; 4º la fa schiava del demonio; 5º le fa meritare l'inferno, e anche i castighi di questa vita.

575. Oltre la gravità della materia che cosa si richiede per costituire un peccato mortale?

Oltre la gravità della materia per costituire un peccato mortale si richiede la piena avvertenza di tale gravità e la deliberata volontà di commettere il peccato.

576. Qual è il peccato veniale?

Il peccato veniale è una lieve trasgressione della divina legge, per la quale si manca solo leggermente a qualche dovere verso Dio, verso il prossimo e verso noi stessi.

577. Perché si chiama veniale?

Perché è leggero rispetto al peccato mortale, non ci fa perdere la divina grazia; e perché Dio più facilmente lo perdona.

578. Dunque non si deve fare gran caso al peccalo veniale?

Ciò sarebbe un inganno grandissimo, sia perché il peccato veniale contiene sempre una qualche offesa di Dio, sia perché reca danni non piccoli all'anima.

579. Quali danni reca il peccato veniale?

Il peccato veniale: 1º indebolisce e raffredda in noi la carità; 2º ci dispone al peccato mortale; 3º ci rende meritevoli di pene temporali in questo mondo o nell'altro.

I vizi capitali

580. Che cos'è il vizio?

Il vizio è una cattiva disposizione dell'animo a fuggire il bene e a fare il male, causata dal frequente ripetersi degli atti cattivi.

581. Che differenza c'è tra peccato e vizio?

Tra peccato e vizio c'è questa differenza, che il peccato è un atto che passa, mentre il vizio è la cattiva abitudine contratta di cadere in qualche peccato.

582. Quali sono i vizi che si chiamano capitali?

I vizi che si chiamano capitali sono sette: 1º Superbia; 2º Avarizia; 3º Lussuria; 4º Ira; 5º Gola; 6º Invidia; 7º Accidia.

583. I vizi capitali come si vincono?

I vizi capitali si vincono con l'esercizio delle virtù opposte. Così la superbia si vince con l'umiltà; l'avarizia con la liberalità; la lussuria con la castità; l'ira con la pazienza; la gola con l'astinenza; l'invidia con l'amore fraterno; l'accidia con la diligenza e col fervore nel servizio di Dio.

584. Perché questi vizi si chiamano capitali?

Questi vizi si chiamano capitali, perché sono la sorgente e la cagione di molti altri vizi e peccati.

I Novissimi

585. Che cosa intendete per Novissimi?

Novissimi sono chiamate nei Libri santi le cose ultime che accadranno all'uomo.

586. Quanti sono i Novissimi, o cose ultime dell'uomo?

I Novissimi, o cose ultime dell'uomo, sono quattro: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.

587. Perché i Novissimi si dicono cose ultime dell'uomo?

I Novissimi si dicono cose ultime dell'uomo, perché la Morte è l'ultima cosa che ci accade in questo mondo; il Giudizio di Dio è l'ultimo fra i giudizi che dobbiamo sostenere; l'Inferno è l'estremo male che avranno i cattivi; il Paradiso il sommo bene che avranno i buoni.

588. Quando dobbiamo pensare ai Novissimi?

È bene pensare ai Novissimi ogni giorno, e massimamente nel fare orazione alla mattina subito svegliati, alla sera prima di andare a riposo e tutte le volte che siamo tentati a far male, perché questo pensiero è validissimo a farci evitare il peccato.

Esercizi devoti che si consigliano al cristiano per ogni giorno

589. Che cosa deve fare un buon cristiano al mattino?

Un buon cristiano, alzato e vestito, deve mettersi alla presenza di Dio, e inginocchiarsi, se può, davanti a qualche immagine devota, dicendo con devozione: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen». Reciti quindi il Padre nostro, l'Ave Maria, il Credo e gli atti di Fede, di Speranza e di Carità, accompagnandoli con vivo affetto del cuore.

590. Quali pratiche di pietà dovrebbe ogni giorno compiere il cristiano?

Il cristiano, potendolo, dovrebbe ogni giorno: 1º assistere con devozione alla santa Messa; 2º fare una visita, anche brevissima, al SS. Sacramento; 3º recitare la terza parte del santo Rosario.

591. Che cosa si deve fare prima di lavorare?

Prima di lavorare si deve offrire il lavoro a Dio, dicendo di cuore: «Signore ti offro questo lavoro: dammi la tua benedizione».

592. Per quale fine si deve lavorare?

Si deve lavorare per la gloria di Dio e per fare la sua volontà.

593. Che cosa conviene fare prima di prendere cibo?

Prima di prendere cibo, stando in piedi, conviene fare il segno della santa Croce e poi dire con devozione: «Signore Dio, dai la tua benedizione a noi e al cibo che ora prenderemo per mantenerci nel tuo servizio».

594. Avendo finito di prendere cibo, che cosa conviene fare?

Finito di prendere cibo conviene fare il segno della santa Croce, e dire: «Signore ti ringrazio del cibo che mi hai dato; fammi degno di partecipare alla mensa celeste».

595. Quando uno si accorge di qualche tentazione che cosa dovrebbe fare?

Quando uno si accorge di qualche tentazione dovrebbe invocare con fede il SS. Nome di Gesù , o di Maria , o dire fervorosamente qualche giaculatoria, oppure fare il segno della Croce; evitando però che da segni esterni si accorgano gli altri delle sue tentazioni.

596. Che cosa si deve dire quando suona l'Ave Maria, al mattino, a mezzogiorno e alla sera?

Al suono dell'Ave Maria il buon cristiano recita l'Angelus Domini, con tre volte l'Ave Maria.

597. La sera, prima di andare a riposo che cosa conviene fare?

La sera prima del riposo conviene mettersi, come al mattino, alla presenza di Dio, e dire: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male oggi commesso, e se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen». Recitare devotamente le stesse orazioni, fare un breve esame di coscienza e domandare perdono a Dio dei peccati commessi nella giornata.

598. È utile dire durante il giorno molte giaculatorie?

È cosa utilissima dire durante il giorno molte orazioni giaculatorie, e si possono dire anche con il cuore senza proferir parola, camminando, lavorando, ecc.

599. Oltre alle orazioni giaculatorie, in quale altra cosa si dovrebbe esercitare sovente il cristiano?

Oltre che nelle orazioni giaculatorie il cristiano si dovrebbe esercitare nella cristiana mortificazione.

600. Che cosa vuol dire mortificarsi?

Mortificarsi vuol dire lasciare, per amore di Dio, quello che piace, e accettare quello che dispiace secondo i sensi, o l'amor proprio.